01 febbraio 2008
12 ottobre 2007
Nobel per il terrorismo
Pubblicato da
Davide
alle
13:53
0
commenti
15 giugno 2007
Le bugie degli ambientalisti 2
Pubblicato da
Davide
alle
11:56
0
commenti
11 maggio 2007
Un po' di dati sulla CO2
23 febbraio 2007 – La serie storica delle concentrazioni di biossido di carbonio (CO2) ostentata dal Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico come giustificazione per la riduzione dei cosiddetti “gas serra”, è una frode. Una ricerca da parte del professor Ernst-Georg Beck, tedesco di Friburgo, mostra che il comitato ha raccolto selettivamente i dati sul CO2 prima del 1957, attraverso misurazioni effettuate su carote di ghiaccio prelevate di recente, ignorando le oltre 90.000 misurazioni dirette e accurate effettuate con metodi chimici dal 1857 al 1957.
- La relazione tra i cicli solari e le oscillazioni del clima sulla terra è palese e diretta.
- Un effettivo rapporto tra le emissioni di C02 e lo scioglimento dei ghiacci non è mai stato scientificamente stabilito.
- In base ai suoi stessi assiomi (fasulli), il Protocollo di Kyoto rimanderebbe il presunto disastro di soli 4 anni, ma porterebbe dritto al mondo post-industriale voluto da una certa oligarchia, provocando una prevedibile perdita di 1800 miliardi di dollari del PIL mondiale entro il 2100.
- La teoria dell’effetto serra e il conseguente Protocollo di Kyoto si basano sugli studi del prof. Mann et al. Il prof. Jaworowski dimostra dettagliatamente che gli scienziati che lo hanno redatto e gli scienziati che lo hanno avallato hanno agito in malafede, spingendosi fino all’impostura vera e propria.
- Jaworowski nota ironicamente, in apertura del suo studio, come alcuni di quegli stessi scienziati che adesso sentono troppo caldo, per colpa dell’industrializzazione, prima di ricompattarsi dietro questa teoria, fino a metà anni Settanta, predicavano il contrario: l’industrializzazione porta il freddo.


Faccio notare che le tesi esposte in questo documento sono le stesse sostenute nel filmato di cui ho parlato in un post precedente e che è possibile vedere direttamente su questo blog.
Pubblicato da
Davide
alle
16:50
0
commenti
Etichette: Ambiente, Luoghi comuni, Scienza
04 maggio 2007
L'anti-Inconvenient truth
Pubblicato da
Davide
alle
13:27
0
commenti
Etichette: Ambiente, Luoghi comuni
22 aprile 2007
Giornata della Terra
Colgo quindi l’occasione per proseguire la serie di post ispirati dal libro Le Bugie degli Ambientalisti, iniziata circa un anno fa, parlando in generale del tema del riscaldamento globale e del ruolo dell’anidride carbonica. (Le altre puntate della serie sono qui, qui, qui e qui).
Già qualche settimana fa ho riportato in due post una pagina del sito Ecofantascienza, presente tra i link a fianco, in cui si esaminava il legame tra CO2 e temperatura del pianeta, giungendo a conclusioni ben diverse da quelle comunemente riportate. Non so chi tenga quel sito, ma i dati esposti sono facilmente reperibili in rete (ammesso che non si vada su siti ambientalisti) e mi risultavano anche da altre fonti; e di conseguenza lo ritengo affidabile anche nelle conclusioni.
Al contrario di ciò che si sente spesso dire (penso per esempio a un servizio delle Iene di 2-3 settimane fa, intervistando Mario Tozzi), le tematiche ambientali sono, in ambiente scientifico, oggetto di un acceso dibattito, come ho cercato di dimostrare nel precedente post, a proposito degli uragani.
Da un’intervista qui riportata a Riccardo Cascioli, uno dei due autori del libro prima citato, risulta che anche all’interno dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), organismo dell’ONU preposto a studiare i cambiamenti climatici, vi siano molte voci critiche sull’ultimo rapporto stilato: molti scienziati ne sono usciti per vari disaccordi, e lo stesso Autore Principale, il dottor Trenberth, ha in parte ritrattato le conclusioni riportate nel sunto preliminare, presentato recentemente alla conferenza di Parigi.
Tempo fa il buon Wellington parlò di quei 60 scienziati canadesi che si opponevano alle tesi sul riscaldamento globale, e l’Oregon Institute of Science and Medicine ha promosso a riguardo un manifesto sottoscritto da circa 19000 scienziati americani (17000 secondo la pagina che ho linkato da Ecofantascienza, ma la sostanza non cambia). Vorrei quindi che fosse chiaro che il dibattito è tutt’altro che chiuso.
Detto questo, ci si può chiedere: quali effetti ha un aumento della CO2 nell’atmosfera, se come detto non è la principale causa dell’effetto serra?
Può innanzitutto essere utile sapere che la comparsa dei vegetali sul pianeta e il loro sviluppo sono coincisi con un periodo in cui la concentrazione di CO2 era pari a 6000 ppm (parti per milione), ovvero circa venti volte i valori attuali. Al contrario, ci sono piante che, con concentrazioni inferiori a 100 ppm, muoiono: è come se a un uomo si togliesse l’ossigeno.
Esistono inoltre vari studi sull’effetto di una maggiore concentrazione di CO2 sui vegetali; per esempio il professor Sherwood Idso, del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, ha osservato che con un incremento da 350 a 650 ppm di CO2 il tasso medio di crescita di 475 varietà di piante è aumentato di oltre il 50%, mentre aumentando la concentrazione a 2250 ppm la produttività è aumentata del 165% (pubblicato da The European Science and Environment Forum, 1996). Inoltre, si è osservato che in questa maniera aumentava anche l’efficienza delle piante nell’utilizzo dell’acqua, elemento che favorirebbe la coltivazione anche in zone affette da scarsità di piogge.
Del resto, la maggiore presenza di anidride carbonica nell’atmosfera può essere una delle cause dell’aumento delle foreste degli ultimi 50 anni. Sì, avete capito bene! Ma di questo parlerò in un altro post, in futuro.
Aggiungo un’ultima cosa sul tanto santificato Protocollo di Kyoto. Ricordando il calcolo di quanto la CO2 influenzi la temperatura globale, e tenendo conto delle riduzioni di emissioni che il Protocollo si prefigge, una sua perfetta attuazione permetterebbe una riduzione della temperatura di pochi centesimi di grado!!!
Per esempio, per quanto riguarda l’Italia, la direttrice dell’International Council for Capital Formation, Margo Thorning ha calcolato che “l’applicazione del Protocollo di Kyoto potrebbe costare all’Italia una riduzione del PIL fino al 3% nel 2025, con una perdita di 280.000 posti di lavoro” (Avvenire, 2 dicembre 2003).
Pubblicato da
Davide
alle
15:02
0
commenti
Etichette: Ambiente
19 aprile 2007
Ipotesi sugli uragani nell'Atlantico
La prima supporta l'ipotesi del collegamento tra riscaldamento globale e aumento dell'intensità degli uragani. Tuttavia, come si ammette nello studio, questa relazione pare verificarsi solo nell'Atlantico, e non negli altri oceani. Dunque si renderà necessario spiegare con nuovi studi il motivo per cui si abbia questa diversa reazione in diversi oceani. Mi sembra ovvio che se la relazione fosse diretta non si dovrebbe osservare una disparità di questo tipo: se il riscaldamento è globale, che senso ha che abbia influenze solo localmente?
Per rispondere o per lo meno dare un'idea di altri possibili fattori coinvolti, può venire in aiuto la seconda pubblicazione di cui parlo, in cui si evidenzia una correlazione tra uragani atlantici e la presenza in atmosfera di polveri provenienti dal Sahara (ritratte nella foto da satellite qui riportata): una maggiore presenza di queste ultime inibirebbe la formazione di cicloni, e vice versa. La cosa, per gli scienziati, ha senso perché la presenza di polveri secche in strati d'atmosfera affievolirebbe il processo di formazione degli uragani, che necessita di calore e umidità.

Pubblicato da
Davide
alle
12:45
1 commenti
04 aprile 2007
Castronerie
Pubblicato da
Davide
alle
18:44
0
commenti
27 febbraio 2007
La fiorente industria degli allarmi ambientali

Pubblicato da
Davide
alle
12:40
2
commenti
Etichette: Ambiente
09 febbraio 2007
L'effetto serra? C'è anche su Marte
Temperature in crescita anche su Giove e Saturno, uragani e sconvolgimenti climatici: tutta colpa del Sole
la prima volta nel 2000, ma negli ultimi 6 anni le sue dimensioni sono notevolmente aumentate.
Effetto Serra universale
Le evidenti anomalie cromatiche visibili su Giove sono in realtà dei giganteschi vortici atmosferici che si spingono fin oltre la copertura nuvolosa che avvolge il pianeta. Secondo ricercatori dell’Università della California il veloce e abnorme sviluppo della Giovane Macchia Rossa è indizio di grandi sconvolgimenti climatici in atto su Giove, associati negli ultimi anni a un rapido e intenso riscaldamento, anche di 5 °C, di alcune regioni del pianeta.
Ma c’è anche un altro spettacolare vortice che di recente ha attirato l’attenzione degli astronomi. Su Saturno la sonda Cassini ha fotografato in prossimità del Polo Sud un enorme e insolito uragano, con venti a oltre 550 chilometri orari e un diametro di circa 8000 chilometri, cioè più della distanza che separa Roma e Pechino, mentre il muro di nubi che ruota attorno all’occhio del ciclone si innalza all’interno dell’atmosfera fino a oltre 70 chilometri di quota.
continua a leggere
Pubblicato da
Davide
alle
19:39
1 commenti
23 novembre 2006
Grattacielo ecologico negli USA
Potrebbe sembrare strano, ma è così: se una popolazione sopravvive a stento, è assurdo immaginare che possa pensare a non inquinare l'ambiente; semplicemente questa non può essere una sua priorità. Laddove invece c'è sviluppo e industrializzazione, il surplus creato sarà spendibile anche verso una maggiore attenzione per i consumi e l'inquinamento.
Non è quindi un caso che questo "nuovo trend" parta dai tanto vituperati Stati Uniti!
Pubblicato da
Davide
alle
14:54
0
commenti
Etichette: Ambiente
17 novembre 2006
Riscaldamento globale ed effetto serra II
Continua da qui:
La discrepanza tra le misurazioni al suolo e da satellite
L'effetto serra dipende dalla quantità dei gas-serra, e se questi aumentano, a temperatura del suolo invariata dovrebbe aumentare anche la temperatura della troposfera, e in un secondo tempo, attraverso i complessi meccanismi di scambio del calore, anche la temperatura alla superficie.
Ma i dati rilevati al suolo non concordano con quelli misurati dai satelliti. E non si riesce a capire come possa essere aumentata la temperatura in superficie di 0,5 gradi, mentre quella degli strati più bassi dell'atmosfera è rimasta pressoché invariata.
Secondo quanto riferito da Bjorn Lomborg nell' Ambientalista Scettico (pag 272/273 - fig. 139), tutti i modelli teorici prevedono che, se aumentano i gas-serra, la temperatura della troposfera deve aumentare in misura superiore o quanto meno uguale a quella del suolo. E' talmente inspiegabile questa discrepanza che all'inizio si pensava che gli strumenti del satellite fossero stati mal tarati. Ma dopo i controlli è venuta anche la constatazione che i loro dati coincidono completamente con quelli dei palloni sonda, che rilevano in maniera diretta la temperatura dell'aria a diverse altezze.
Ma allora non potrebbero essere sbagliati i dati misurati al suolo?
Molti scienziati lo pensano, e osservano che i termometri spesso non hanno una buona manutenzione, sono soggetti a distorsioni che che quasi sempre spingono verso l'alto i valori misurati rispetto a quelli reali, e sono distribuiti in maniera poco omogenea. Infatti sono concentrati in poche regioni, mentre sono quasi del tutto assenti in Africa, nell'Asia settentrionale, nelle calotte polari e negli oceani. Inoltre a quanto pare non si è tenuto nel debito conto il fenomeno chiamato "isola di calore urbano". Ed è noto che nelle città, a causa del traffico, del riverbero in estate e del riscaldamento in inverno, la temperatura è quasi sempre più alta rispetto alle zone circostanti. (Per la descrizione dettagliata dei numerosi fattori distorsivi di cui non si sarebbe tenuto conto, e per una trattazione più completa ricca di dati scientifici di prima mano, vedi l'articolo: "Effetto serra, siamo prudenti. Stiamo a guardare"). Quindi potrebbe anche essere che nell'ultima parte del secolo non ci sia stato alcun aumento della temperatura, oppure che il riscaldamento sia stato di dimensioni molto più modeste: un decimo di grado anziché cinque decimi, probabilmente dovuto, almeno in parte, a cause naturali. Ma un moderato aumento della temperatura avrebbe conseguenze nel complesso positive, così com'è avvenuto in tutte le epoche storiche in cui il clima era più caldo di oggi.
D'altra parte, se si dovesse prendere per buono l'aumento di 0,5 C° misurato al suolo, le conseguenze sarebbero paradossali. Dato che l'effetto serra dipende dalla capacità dell'atmosfera di assorbire parte della radiazione emanata dalla superficie terrestre (compresi i mari e gli oceani), se la temperatura al suolo aumenta mentre quella dell'atmosfera rimane invariata, bisognerebbe concludere che l'effetto serra è diminuito!
Eppure, proprio su un dato così incerto sono state basate le previsioni di un consistente aumento della temperatura nei prossimi cento anni, per scongiurare il quale ben 160 paesi si sono convinti a firmare il protocollo di Kyoto al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica (ma solo alcuni, in pratica i paesi europei, hanno sottoscritto degli impegni).
Ma la previsione di un catastrofico aumento della temperatura a livello globale non è realistica. Sia perché, come si è visto, il dato di partenza è quasi sicuramente sbagliato, ma anche perché i modelli matematici non riescono ancora a tenere conto di tutti i fattori che influenzano il clima. Infine la potenza dei computers è ancora largamente insufficiente per far girare dei modelli climatici abbastanza dettagliati.
Ma se fra 10 o 20 anni questi problemi saranno stati superati, e se si potrà dimostrare che l'aumento dell'anidride carbonica dovuto alle attività umane non è in grado di modificare più di tanto la temperatura del pianeta (cosa molto probabile in base a quello che sappiamo oggi), allora diventerebbe conveniente fare esattamente il contrario di quello che vuole il protocollo di Kyoto, cioè riconvertire le centrali a carbone e a bitume proprio per alzare il più possibile il tasso di anidride carbonica, perché questo provocherebbe un aumento della massa vegetale su tutta la Terra.
Il ciclo del carbonio
L'anidride carbonica, infatti, non è solo un gas serra, ma anche il principale fattore di crescita delle piante. Le piante sono fatte principalmente di carbonio, e il carbonio lo prendono dall'aria, dove è presente sotto forma, appunto, di anidride carbonica. Durante la reazione clorofilliana le piante assorbono il biossido di carbonio attraverso gli stomi, delle piccole aperture, invisibili ad occhio nudo, presenti sulla superficie delle foglie. E maggiore è la concentrazione della CO2 nell'atmosfera, maggiore è la velocità con cui essa viene assorbita, e più veloce è la crescita vegetativa.
L'accelerazione della crescita non è la stessa per tutte le piante. Ricerche che hanno preso in considerazione centinaia di piante diverse hanno mostrato che, se si raddoppia la percentuale della CO2, gli alberi accelerano la loro crescita di circa il 50%, mentre gli altri vegetali del 25 / 30%. E sono sempre di più le coltivazioni in serra che si avvalgono di percentuali doppie o triple di questo gas. Del resto l'aumento del tasso di anidride carbonica avvenuto dall'inizio dell'era industriale ad oggi sta già dando una forte spinta alla crescita sia delle piante coltivate che di quelle spontanee.
Ma il ciclo del carbonio ha anche la capacità di influenzare la temperatura del pianeta, e forse in misura maggiore di quanto non possa farlo l'anidride carbonica come gas-serra.
Dato che le piante rilasciano umidità, se cresce la massa vegetale, aumenta anche l'umidità atmosferica e questa, come si è visto, è il principale gas-serra. Inoltre le piante assorbono una parte della radiazione solare, che così viene sottratta all'effetto riscaldante del suolo. Infine, quando la vegetazione si espande o si riduce, si modifica l'albedo, e quindi la quantità di radiazione solare assorbita dalla superficie terrestre. Ma se una maggiore concentrazione della CO2 faccia realmente aumentare o diminuire la temperatura globale, e di quanto, lo si potrà sapere solo quando ci saranno dei modelli matematici molto più evoluti degli attuali. Ad ogni modo questo effetto riscaldante o raffreddante passerebbe attraverso un aumento della massa vegetale che, proprio dal punto di vista ambientale, non può certo essere considerato un fatto negativo.
La rivolta della comunità scientifica
Per tutti questi motivi un numero sempre maggiore di scienziati sta prendendo posizione di fronte ad affermazioni che spesso hanno la stessa valenza scientifica degli oroscopi.
Un manifesto redatto dall'Oregon Institute afferma: “Non ci sono evidenze scientifiche che il rilascio di anidride carbonica o altri gas serra, prodotti dalle attività umane, stia causando, o lo farà nel prossimo futuro, un catastrofico riscaldamento dell'atmosfera terrestre e un eventuale cambiamento climatico. Al contrario, ci sono sostanziali evidenze scientifiche che l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera produrrà molti benefici sia per quanto riguarda la crescita delle piante sia lo sviluppo dell'ambiente animale della terra”. Questa dichiarazione è stata immediatamente sottoscritta da 17.000 scienziati, e contro il dogma dell'effetto serra si sono pronunciate anche molte altre accademie scientifiche.
In conclusione non sembrano affatto giustificate le misure previste dal protocollo di Kyoto, e ancora meno, dato il loro costo e la scarsa efficacia nel perseguire lo scopo che si prefiggono, altri quattro o cinque protocolli dello stesso tipo che qualcuno ha già preannunciato.
In realtà questa politica, e la logica che la ispira, sembra avere come unico fondamento il solito pregiudizio ideologico contro la crescita economica e lo sviluppo.
Pubblicato da
Davide
alle
11:21
0
commenti
16 novembre 2006
Riscaldamento globale ed effetto serra I
Effetto serra
Ma quello dell'aumento globale della temperatura è un dato a dir poco controverso, e sono sempre di più gli scienziati che stanno prendendo posizione contro affermazioni che hanno spesso lo stesso valore di un oroscopo.
Misurare la febbre dal pianeta
Se vogliamo provarci la febbre, è sufficiente che ci misuriamo la temperatura una volta sola, perché la circolazione del sangue distribuisce nel nostro organismo non solo le sostanze nutrienti, ma anche il calore.
Ma misurare la febbre del pianeta non è altrettanto semplice. Gli scambi di calore tra terre emerse, oceani e atmosfera, che avvengono per conduzione, convezione e irraggiamento, sono fenomeni complessi e non ancora del tutto compresi.
La temperatura della Terra viene misurata in due modi. Il primo consiste nell'effettuare rilevazioni in diversi punti della superficie e poi fare la media. In base a queste misurazioni dal 1970 al 2000 la temperatura globale sarebbe aumentata di 0,5 gradi centigradi.
Il secondo consiste nel misurare la temperatura dell'atmosfera con l'aiuto dei satelliti. Dal 1979 i satelliti circumpolari misurano la temperatura media di diversi strati della troposfera (la parte più bassa dell'atmosfera). Essi si muovono su un piano orbitale che rimane fisso rispetto al firmamento, e dato che la Terra ruota su se stessa, ad ogni orbita possono scandagliare uno spicchio diverso del globo. Coprono quindi, con le loro osservazioni, tutta la superficie del pianeta, e le loro misurazioni sono molto precise, complete ed omogenee.
Dalle misurazioni satellitari effettuate dal 1979 al 2001 non emerge però alcuna chiara tendenza all'aumento della temperatura, che pur con qualche oscillazione rimane più o meno costante, e questo dato non è in accordo con le misure prese al suolo.
Chi ha ragione? Chi denuncia il pericolo di un catastrofico riscaldamento del pianeta, o chi sostiene che non ci sono prove che la Terra abbia la febbre?
Per riuscire a capirci qualcosa bisogna innanzitutto tenere conto di come funziona il meccanismo dell'effetto serra.
L'effetto serra naturale
Ogni corpo caldo irradia energia, e sia la quantità che il tipo delle radiazioni emesse, contraddistinte da particolari lunghezze d'onda, dipendono dalla sua temperatura. Il Sole ha una temperatura in superficie di 6.000 gradi, e di conseguenza emette la maggior parte della sua radiazione nel campo della luce visibile, ma rilascia anche una certa quantità di luce ultravioletta e una quantità minore di radiazione nel "vicino infrarosso".
La radiazione ultravioletta, molto energetica, viene catturata dallo strato di ozono che divide la troposfera dalla bassa stratosfera (all'altezza di circa 12 / 13 km), e non raggiunge la superficie della Terra. La luce visibile invece attraversa l'atmosfera diffondendosi nell'aria, ma senza quasi riscaldarla. Quando raggiunge il suolo o le nuvole, viene in parte assorbita e in parte riflessa.
La quantità di radiazione luminosa che il suolo o le nubi possono assorbire dipende dall'albedo. Maggiore è l'albedo, maggiore è la percentuale di luce che viene riflessa e si disperde nello spazio. La parte rimanente viene assorbita dal suolo e lo riscalda. Poiché ogni corpo caldo emette energia, e poiché la temperatura della superficie terrestre è bassa (in media 15 gradi C°), la maggior parte della sua radiazione viene a trovarsi nel campo dell'infrarosso termico. L'80% della radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre si disperde, mentre il restante 20% riscalda il vapore d'acqua e i gas serra che a loro volta diffondono il calore nell'atmosfera.
L'acqua atmosferica è responsabile del 98% dell'effetto serra, mentre i gas serra propriamente detti (anidride carbonica, metano, protossido di azoto ecc.) si contendono il restante 2%. Questa stima è basata sulla quantità di calore che può assorbire ogni molecola di gas, e sulla quantità, ugualmente ben conosciuta, dei vari gas-serra e dell'acqua atmosferica.
Questo è l'effetto serra naturale, che di per sé è un fatto positivo: infatti se non ci fosse la temperatura media della terra sarebbe di -18 gradi, e ben poche forme di vita potrebbero sopravvivere.
L'effetto serra antropico
L'effetto serra atmosferico, quindi, fa aumentare la temperatura della superficie terrestre di 33 gradi. Ma quanto di questo effetto riscaldante dipende dall'anidride carbonica prodotta dalle attività umane? I gas serra complessivamente contribuiscono con 0,66 C° (2% di 33 C°), e l'anidride carbonica con circa un terzo di questa quantità.
Poiché la CO2 in 50 anni è aumentata da 316 a 376 parti per milione, cioè di circa un sesto, l'effetto serra antropico dà un contributo di 0,036 C° (0,22 : 6).
In altre parole il contributo delle attività umane al riscaldamento del pianeta negli ultimi 50 anni dovrebbe essere di 3,6 centesimi di grado centigrado. E anche se si volesse raddoppiare questo valore per un eccesso di prudenza, l'effetto serra antropico non supererebbe il decimo di grado.
Queste le previsioni teoriche. Ma i dati scientifici raccolti in questi anni, confermano queste previsioni, o giustificano i ricorrenti allarmi sulla febbre del pianeta?
Continua domani.
Pubblicato da
Davide
alle
17:27
0
commenti
06 novembre 2006
Qualche commento per i comici del WWF
Gli articoli sono molti (sono i primi sei di questa pagina) ma ne riporto un paio in particolare:
Dev’essere successo qualcosa di terribile, ieri, in Italia. Qualcosa che non vogliono farci sapere. Non si spiega altrimenti, perché il Corriere della sera abbia centrato per mezza-giornata-mezza il suo sito Internet sulla regina delle non-notizie. Il Wwf che dice: consumiamo troppo, la Terra è spacciata È come se oggi il titolo di Libero fosse: Papa Ratzinger ai fedeli, ‘andate a messa, la domenica’. Sai che roba. Sono trent’anni, grossomodo cioè da quando esistono, che i verdi continuano a prevedere la fine del mondo. Lo fanno ogni tot mesi, è il loro mestiere. Lo fanno senza interrogare gli oracoli, che di norma pretendono una bestiola in sacrificio, ma organizzando periodiche sedute spiritiche, aspettando quel sibilo nell’aria: “Gradoli”. Per ora, nulla. L’ultima profezia individua l’anno ferale nel 2050. Sorridete, il nostro tempo sta per scadere.
C’è da crederci, come sembra fare il Corriere? Assolutamente no, e il suo direttore Paolo Mieli, che ai tempi è stato in Italia fra i pochissimi a dare credito e spazio all’ambientalista scettico Bjorn Lomborg, lo sa bene. Lo sa anche perché Mieli per mestiere è direttore, ma per vocazione è storico. E allo storico non può sfuggire, la sottile differenza che passa fra la Cassandra che vede Troia in fiamme, e quella che grida all’incendio mentre fuori si gela.
Qualche esempio.
Nel 1905, il proto-ecologista ma cacciatore Teddy Roosevelt aveva annunciato che le riserve mondiali di legname si sarebbero esaurite in qualche decennio. Sorpresa. Cent’anni dopo, noi continuiamo a vivere in case fornite di mobili, a leggere libri, a comprare il giornale.
continua a leggere
Già nel 1980 un grande studioso, Julian Simon, “sfidò a duello” un guru dell’ecologismo alla moda, Paul Ehrlich; e vinse la sua battaglia. Stufo di sentire che le risorse stavano finendo, Simon chiese a Ehrlich di scommettere che nell’arco di dieci anni ben cinque materie prime fondamentali (stagno, rame, nickel, tungsteno e cromo) avrebbero avuto un prezzo inferiore: a dimostrazione che non c’erano problemi di scarsità. L’ecologista accettò e perse, dato che dieci anni dopo lo stagno costava il 72% in meno, il rame il 18,5% in meno, il nickel il 3,5%, il tungsteno il 57% e il cromo il 40%.
La storia dell’ultimo secolo è costellata di profezie ecologiste che non si sono realizzate: come quando il Club di Roma di Aurelio Peccei pubblicava studi ricchi di grafici che avrebbero voluto convincerci che il mondo non sarebbe arrivato nel terzo millennio.
Si potrebbe ritenere che gli ecologisti sono un po’ bugiardi, ma non dannosi. E invece non è così. Lungi dall’essere “la soluzione”, in larga misura oggi gli ecologisti sono “il problema”. Se c’è un briciolo di verità nel ridicolo manifesto diffuso dal Wwf essa sta nel fatto che – soprattutto a causa della propaganda ambientalista – troppe risorse sono statali e limitate nel loro utilizzo dalle leggi. In assenza di logiche imprenditoriali, così, non si può escludere che la gestione delle risorse naturali sia nel segno degli acquedotti pubblici: che fanno acqua da tutte le parti.
continua a leggere
Pubblicato da
Davide
alle
15:22
0
commenti
Etichette: Ambiente
31 ottobre 2006
Qualcosa sui cambiamenti climatici

Pubblicato da
Davide
alle
11:37
2
commenti
19 maggio 2006
L'IRS ha la mano pesante con Greenpeace
Lettera di IRS a Greenpeace Fund (501 c3)
Lettera di IRS a Greenpeace Inc. (501 c4)
Pubblicato da
Davide
alle
10:48
2
commenti
Etichette: Ambiente
09 maggio 2006
Gli sporchi amerikani inquinano...sempre meno
In particolare, il primo mostra trend generici per cui, a fronte di un costante aumento della crescita della produzione, del traffico, del consumo di energia e della popolazione, si osserva un netto calo nell'emissione dei sei principali inquinanti.

Consiglio una lettura, specie a chi soffre di pessimismo cronico.
Joel Schwartz, in un articolo, sottolinea come gli ambientalisti affermino invece addirittura il contrario:
Environmental fear factories aren't celebrating. Shortly after the 2005 ozone season ended, the environmental group Clean Air Watch proclaimed "Smog Problems Nearly Double in 2005."[2] Pennsylvania's Department of Environmental Protection warned "Number of Ozone Action Days Up from Last Year."[3] And EPA's New England regional office noted that "New England Experienced More Smog Days during Recent Summer."[4] Writing on 2005 ozone levels in Connecticut, a New York Times headline warned "A Hot Summer Meant More Smog.[5]
Ozone levels were indeed higher in 2005 when compared with 2004. 2005 was only the second lowest ozone year since the 1970s, while 2004 was the lowest. Ozone levels were so improbably low in 2004 that it would have been astounding if ozone wasn't higher in 2005. The real news was the unprecedented plunge in areas violating the ozone standard, and the fact that 2005 was one of the hottest years on record -- conditions that favor high ozone -- yet ozone levels remained at historic lows.[6] Both stories have gone unnoticed by the mainstream media.
Questo discorso si ricollega bene alla mia serie di post sugli ambientalisti, poiché anche se non ho ancora parlato dei loro cavalli di battaglia, ho già accennato al catastrofismo come modus operandi delle organizzazioni ambientaliste, e questo ne è un ottimo e attuale esempio.
Pubblicato da
Davide
alle
11:08
2
commenti
06 maggio 2006
Le radici dell'ecologismo e il raggiungimento della popolarità
A questo punto, va descritto il nesso tra femminismo ed eugenetica da una parte, ed ecologismo dall'altra. Padre fondatore e teorico di questa scienza è considerato Ernst Haeckel, discepolo di Darwin, sul quale razzismo non vi sono dubbi. Il suo modello ideale era infatti l'antica Sparta, in cui i bambini non sani erano soppressi, e auspicava attualizzando che ciò avvenisse anche nel presente. Il legame tra movimenti apparentemente così diversi dunque risiede nei concetti di miglioramento della razza e disponibilità delle risorse. Se infatti le risorse sono limitate, esse non possono sostenere un eccessivo aumento della popolazione, quindi è necessaria una selezione che permetta di riprodursi solo a chi lo merita.
Pubblicato da
Davide
alle
15:42
0
commenti
Etichette: Ambiente
29 aprile 2006
Eugenetica e Femminismo
Pubblicato da
Davide
alle
18:18
3
commenti
Etichette: Ambiente
15 aprile 2006
Le multinazionali dell'ambientalismo: Greenpeace
Pubblicato da
Davide
alle
20:49
11
commenti
Etichette: Ambiente