Infortunio casuale?
C'è confusione. Nello sport c'è una grossa confusione che vive su un equivoco. Preciserei, nello sport agonistico che si adagia su immensi giri di affari. Negli ultimi anni in particolare si è assistito, principalmente nel calcio ma anche in altri sport olimpici, a un ingresso sempre più aggressivo di chi "porta i soldi", dalle pay-tv, che per esempio hanno fatto sì che le partite del campionato fossero spalmate in diversi giorni, agli sponsor; tutto ciò anche ad opera dei massimi organismi federali internazionali.
L'equivoco è confondere quello che in teoria è un accidente con il fine. E confondere quello che in teoria dovrebbe essere il fine con un mero accidente. Perchè la pratica fisica è innanzitutto un modo per stare meglio, per essere più sani, e in questo contesto il risultato di una gara agonistica non influisce minimamente sul raggiungimento di questo obiettivo. Quando invece, per motivi essenzialmente economici questo non accade, si antepone il risultato a qualsiasi cosa; e in questo contesto il doping non è che una logica conseguenza, anche a danno della salute dell'atleta, così come la famosa mancanza di fair play, per citare solo due effetti "collaterali".
Perché faccio questo discorso? Forse saprete di ciò che è accaduto durante la partita Treviso-Reggina: l'attaccante Pinga, per cercare un rigore, ha allargato in maniera maldestra la gamba verso il portiere Pavarini in uscita e lo ha colpito sul volto con un calcio. Esito: operazione a naso e zigomo, con possibili conseguenze permanenti.
La cosa che mi spaventa è che in questo mondo la cosa abbia perfettamente senso: il Treviso ha bisogno di punti per salvarsi, se non lo fa tutti ci perdono soldi, società e calciatori, e allora ogni mezzo che permetta di ottenere il risultato è lecito.
Sia chiaro, non mi aspetto che le cose possano stare diversamente, tuttavia non ci si può a questo punto stupire del fatto che non vada sempre come si spera, e in certi casi qualcuno si fa male più del solito. Fin troppo sempice.
5 commenti:
pensa a che influenza negativa ha il mondo dell'agonismo, in particolare il calcio, sui giovani ...una vergogna che noi permettiamo ormai da troppo tempo , secondo me!!!
molto bello invece il disegno che accompagna il blog: la ragazza addormentata nel bosco è splendida ...
ciao erica
Purtroppo non è possibile fermarlo, ci sono troppi interessi. A me il calcio piace, perché mi piacciono gli sport in generale, ma quello che c'è intorno...
Certo che la ragazza è bella, è Luthien, un'elfa! :)
Quello sullo sfondo è Beren, e poco evidente, vicino a lei, c'è il cane Huan.
hai ragione, c' anche il cane !!!...ma sai, io sono miope e di sera noto meno i particolari ...
splendida immagine, comunque ...
In italia il calcio è un fenomeno di cultura sia per le dimensioni effettive sia per la capacità di raggiungere livelli sociali i più diversificati.A buona ragione, mi permetto di dire che il calcio in qualche maniera rispecchia i costumi della gente in cui si propone.In Italia abbiamo avuto l'invasione delle Pay-TV e "magicamente" le squadre sono passate da a.s.Milan a Milan S.p.a., cioè società lucrative a tutti gli effetti.Cosa comporta questo?che comandano i soldi, ovunque e comunque....e guarda un pò, appena entrano i soldi tutto si rovina.
cosa fare?
io non mi rendo partecipe di questo sistema semplicemente preferendo lo stadio alla televisione e prendendo il calcio in maniera molto molto più leggera di un tempo, perchè l'importanza di certi giocatori è il riflesso dell'importanza che diamo noi al calcio. questo, i manager, lo sanno e fanno di tutto per farci infervorare e costringerci a vedere la partita in tv e spillare soldi dagli abbonamenti.
e poi...sapete cosa vi dico?
RIPORTIAMO il fenomeno calcio al suo ruolo puro di SPORT e pratichiamolo noi stessi, ke l'aria aperta è più educativa dei calci in faccia visti in TV...e soprattutto, se qualcuno dei miei amici di partita si arrabbia per una punizione, sorrido, gli do un buffetto sulla faccia, e via continuo a gocermi un gran bello S-P-O-R-T, il CALCIO.
ciao
Sono d'accordo su quasi tutto quello che dici, il problema però secondo me non è recente, ovvero non dipende solo dai maggiori interessi economici nel calcio, testimoniato anche dalla quotazione in borsa delle maggiori squadre.
Il problema del doping è sicuramente antecedente, ed è secondo me conseguenza dell'agonismo in sè, e dovuto a un problema di cultura, non solo di interessi economici.
Deriva, come dicevo, dalla perdita di vista del vero fine.
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