28 maggio 2006
24 maggio 2006
C'era una volta un gatto
L'ho trovato ieri, era lì, quasi di fronte al portone; finalmente il posto in cui si trovava non era occupato da una macchina parcheggiata che lo coprisse. Era stata da subito la prima possibilità venutami in mente, quando domenica mattina mi sono accorto che non era tornato, ma il non averlo visto giù sul marciapiede mi aveva fatto sperare che si fosse nascosto su uno dei tanti balconi di attici vicini su cui riusciva ad arrivare, con la sua agilità.
Per due giorni ho sperato che, magari perché non stava bene, si fosse nascosto, o che magari lo avesse preso qualcun altro per tenerlo un po' con sè. Era così bello, e così socievole.
E' bruttissimo immaginare la dinamica con cui possa essere accaduto, forse banalmente una zampa in fallo, e poi il volo di otto piani, il pelo sporco, le mosche, la bocca semiaperta. Spero che non abbia sofferto. Lo spero tanto.
Mi mancherai, cucciolo.
Mi mancherà quella macchia scura acciambellata sul mio letto, le volte in cui mi hai svegliato la mattina presto per venire a dormire da me sul letto, i peli che mi lasciavi sui pantaloni, le tue fusa, quando venivi a sederti proprio sul libro su cui stavo studiando, quando mi azzannavi il braccio, quando rompevi le scatole per entrare e uscire dalla stessa porta non appena la si chiudeva, quando ti trovavo dietro la porta tornando a casa, quando ci portavi orgoglioso in casa i tuoi trofei di caccia.
Ti ho seppellito ieri, nel terreno della villetta al mare, a una cinquantina di metri da dove ti trovai sedici anni fa, quando io ero un bambino, e tu una palla di pelo setoso che si aggirava per il mondo alla ricerca di qualcuno che si prendesse cura di te.
Puma (maggio 1990 - 21 maggio 2006)
Pubblicato da Davide alle 18:26 7 commenti
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23 maggio 2006
20 maggio 2006
Googlebombing for Egypt
Sotto il ponte di Egypt
c'è un omin che fa la Egypt
la fa Egypt Egypt Egypt
il dottore la Egyptura
la Egyptura trentatre
uno, due e Egypt.
Ciccio Egypt cannoniere
con 3 Egypt nel sedere,
con tre Egypt nella pancia,
Ciccio Egypt va in Francia.
In Francia c'è la Egypt,
Ciccio Egypt cade per Egypt;
per Egypt c'è un pugnale,
Ciccio Egypt va all'ospedale;
all'Egypt c'è la morosa,
Ciccio Egypt si sposa.
Pubblicato da Davide alle 17:25 1 commenti
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19 maggio 2006
Questa è mondiale
"La nostra scommessa è di dare un contributo all'economia pubblica in maniera diversa, [come] la decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabù che la crescita economica non è di per sé un bene".
Qui l'intero articolo, dal Corriere della Sera.
Pubblicato da Davide alle 18:24 3 commenti
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L'IRS ha la mano pesante con Greenpeace
Lettera di IRS a Greenpeace Fund (501 c3)
Lettera di IRS a Greenpeace Inc. (501 c4)
Pubblicato da Davide alle 10:48 2 commenti
Etichette: Ambiente
18 maggio 2006
Loro l'avevano detto
Visto che ci sono, faccio anche un piccolo commento sulla canzone: premetto che non è un buon esempio delle capacità compositivo-esecutive del simpatico complessino, in quanto essa è esclusivamente funzionale al testo; si basa su una loro canzone, Ti Amo, che ha conosciuto diverse versioni, tra cui quella che portarono al concerto del 1° maggio 1991 e che fu censurata dalla RAI per il contenuto di denuncia. Il sound richiama spudoratamente quello di Robert Miles, che molti ricorderanno per alcune canzoni dance di successo che si caratterizzavano per gli assoli di tastiera.
Il titolo è un ottimo esempio della capacità del gruppo di giocare con le parole e con i doppi sensi. Se infatti il testo è una critica ai favori fatti alla Juventus nel campionato '97/'98, da cui il titolo ironico, d'altro canto si può intendere il sostantivo e complemento oggetto "Campionato" come un aggettivo, dicendo così che si tratta della canzone "Ti Amo"...campionata, ovvero con i suoni campionati molto utilizzati da quel tipo di musica dance.
Per ora mi fermo qui, parlerò di EelST in qualche altra occasione.
Pubblicato da Davide alle 18:18 0 commenti
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17 maggio 2006
E ora cosa diranno i complottisti?
Pubblicato da Davide alle 11:44 3 commenti
Etichette: 11 Settembre, Complottismo
Siii sende?
Pubblicato da Davide alle 11:35 5 commenti
15 maggio 2006
Jennifer, considerazioni postume
Pubblicato da Davide alle 12:39 0 commenti
Etichette: Attualità
Dalle stelle alle stalle
Dopodichè, ho visto allibito le immagini di una festa assolutamente surreale e fuori luogo, e ho visto le lacrime di coccodrillo di chi per anni ha tiranneggiato a destra e a manca, e ora fa l'agnellino chiedendo con voce rotta di non fargli domande ma di dire solo ciò che ha da dire, perché non ha la forza per fare altro. Comodo, no?
Pubblicato da Davide alle 12:08 0 commenti
10 maggio 2006
Diritti umani: Cina e Cuba nel Consiglio Onu
No, dai, è uno scherzo, di certo non può accadere una cosa simile...
come? è vero? ma siamo sicuri?
eppure mi aveva fatto ridere, pensavo fosse una battuta...uhh
Vabbè, a 'sto punto leggete anche il commento di Gianni Riotta.
Pubblicato da Davide alle 17:56 3 commenti
Etichette: Diritti civili
Ehi, tu!!! ma lo sai???
Eh, lo sai?
Non lo sai? Come cosa?
Sei il visitatore numero 1000!!! Bravo!!!
Spero che ti basti la mia gratitudine. :)
Pubblicato da Davide alle 00:06 0 commenti
09 maggio 2006
Gli sporchi amerikani inquinano...sempre meno
In particolare, il primo mostra trend generici per cui, a fronte di un costante aumento della crescita della produzione, del traffico, del consumo di energia e della popolazione, si osserva un netto calo nell'emissione dei sei principali inquinanti.
Consiglio una lettura, specie a chi soffre di pessimismo cronico.
Joel Schwartz, in un articolo, sottolinea come gli ambientalisti affermino invece addirittura il contrario:
Environmental fear factories aren't celebrating. Shortly after the 2005 ozone season ended, the environmental group Clean Air Watch proclaimed "Smog Problems Nearly Double in 2005."[2] Pennsylvania's Department of Environmental Protection warned "Number of Ozone Action Days Up from Last Year."[3] And EPA's New England regional office noted that "New England Experienced More Smog Days during Recent Summer."[4] Writing on 2005 ozone levels in Connecticut, a New York Times headline warned "A Hot Summer Meant More Smog.[5]
Ozone levels were indeed higher in 2005 when compared with 2004. 2005 was only the second lowest ozone year since the 1970s, while 2004 was the lowest. Ozone levels were so improbably low in 2004 that it would have been astounding if ozone wasn't higher in 2005. The real news was the unprecedented plunge in areas violating the ozone standard, and the fact that 2005 was one of the hottest years on record -- conditions that favor high ozone -- yet ozone levels remained at historic lows.[6] Both stories have gone unnoticed by the mainstream media.
Questo discorso si ricollega bene alla mia serie di post sugli ambientalisti, poiché anche se non ho ancora parlato dei loro cavalli di battaglia, ho già accennato al catastrofismo come modus operandi delle organizzazioni ambientaliste, e questo ne è un ottimo e attuale esempio.Pubblicato da Davide alle 11:08 2 commenti
06 maggio 2006
Le radici dell'ecologismo e il raggiungimento della popolarità
A questo punto, va descritto il nesso tra femminismo ed eugenetica da una parte, ed ecologismo dall'altra. Padre fondatore e teorico di questa scienza è considerato Ernst Haeckel, discepolo di Darwin, sul quale razzismo non vi sono dubbi. Il suo modello ideale era infatti l'antica Sparta, in cui i bambini non sani erano soppressi, e auspicava attualizzando che ciò avvenisse anche nel presente. Il legame tra movimenti apparentemente così diversi dunque risiede nei concetti di miglioramento della razza e disponibilità delle risorse. Se infatti le risorse sono limitate, esse non possono sostenere un eccessivo aumento della popolazione, quindi è necessaria una selezione che permetta di riprodursi solo a chi lo merita.
Pubblicato da Davide alle 15:42 0 commenti
Etichette: Ambiente
05 maggio 2006
Cari pacifisti, anche le armi possono fermare i massacri
CARO Gino Strada, voglio litigare con te, di brutto. Sarebbe meglio farlo di persona, nel Panshir, magari a Pinerolo: peccato. Ma tu sarai così generoso da litigare senza scrupoli, come se fossimo tutti e due a piede libero, in un autogrill. Comincerò con l'elogio dello sminatore, che in questo momento storico è il mio eroe. Ne ho appena visto uno in tv, militare di professione, ora smina da volontario coi miei amici di InterSos in Afghanistan. Ne conobbi altri. Una giovane donna, in Bosnia - là si chiama diverzant, lo sminatore - mutilata, temeraria. Voleva salvare vite, dicevano di lei che volesse morire. Ho sentito dire di campioni dello sminamento, che erano stati in passato collocatori di mine: gente che tornava sui suoi passi, come dovrebbe fare l'umanità intera. Fin qui siamo d'accordo, anzi, tante cose le ho imparate da te. Ora lo sminatore - la sminatrice volontaria - è dunque il mio eroe: tuttavia bisogna che qualcuno si occupi della questione generale, di mettere al bando le mine, la produzione, lo smercio, l'impiego eccetera.
Proprio tu ti impegnasti in questa campagna generale. Si striscia a disinnescare o a far brillare una mina dietro l'altra, per milioni e milioni di mine; si cura un mutilato dopo l'altro, si fabbrica una protesi su misura dietro l'altra - ma bisogna pure provare a interrompere, almeno a ridurre, la guerra, posatrice di mine e avida di mutilazioni. Tu curi la gente, e quanto alla questione generale, la guerra, che aborrisci, ti affidi all'educazione alla pace. Fra la mirabile cura chirurgica delle vittime di ogni colore, e un'umanità ricreata dall'educazione alla pace, c'è, a esser molto ottimisti, un enorme intervallo. È su questo intervallo che voglio litigare.
Nella guerra, le guerre, afgane, più lunghe di quella di Troia, tu curavi la gente: ti chiedevi chi e come potesse far finire la guerra? (Non è una domanda retorica: non lo so davvero. Non lo ricavo neanche dal tuo bel libro: "Buskashi"). Non era certo affar tuo; forse credi che nessuno possa far niente per far finire le guerre, e che si possa solo curare, operare, sminare. Il problema nasce quando qualcuno prova a far finire la guerra. In Afghanistan non ci ha provato nessuno, a lungo: l'hanno combattuta ed eccitata, ognuno dalla sua parte, ogni potenza dalla sua parte, finché una specie di stallo ha consegnato gran parte del paese al truce fanatismo Taliban. Stato-non Stato, tirannide brutale contro donne e bambini, territorio infeudato a un'Internazionale del terrore.
Bisognava o no che qualcuno si ponesse il problema di metter fine alla tirannia dei Taliban? Di strappare la frusta dalle mani degli squadristi? Prima dell'11 settembre, anni prima, io battevo le mani al lavoro afgano tuo e dei tuoi, e del dottor Cairo, e pensavo che la comunità internazionale dovesse intervenire a riportare le condizioni minime della convivenza civile in quel paese. Non sapevo come; condivisi l'illusione che Shah Massoud fosse il leader da sostenere. Massoud venne in Europa a chiedere aiuto, ignorato. Non era l'eroe senza macchia, benché fosse un eroe. Pensavo che la condizione delle donne equivalesse a uno smisurato campo di concentramento e di torture. Che si fosse nel caso in cui guerra e oppressione non sono state prevenute, e c'è bisogno urgente di soccorso. È così nella cura per la salute e la medicina, no? C'è un'educazione alla salute, c'è una medicina preventiva, c'è, quando si sia a quel punto, il ricorso alla chirurgia. Le persone possono trovarvisi, che abbiano gozzovigliato o seguito una dieta salutista, che si siano educate alla prevenzione o che abbiano creduto all'omeopatia: e però ormai devono affidarsi al chirurgo. E i paesi, i popoli? Nel tuo Afghanistan non successe niente.
Non gliene fregava niente a quasi nessuno. Poi c'è stato il 9 settembre, l'assassinio di Massoud, e poi l'11 settembre. L'amministrazione americana - e la coalizione adunata attorno a lei col mandato dell'Onu - ha additato in Al Qaeda (che l'ha rivendicato) l'autrice dell'assalto a Manhattan e a Washington, ha preteso la consegna di Bin Laden, è intervenuta militarmente contro l'Afghanistan del mullah Omar. Ogni volta che si ricorre alla forza, tu dici, le vittime sono i civili innocenti. Ma in Afghanistan da anni e anni i civili innocenti erano vittime di guerre. Tu lo sapevi meglio di chiunque: li ricoveravi, li operavi. Nell'Afghanistan del dopo 11 settembre, non-Stato escluso dall'Onu, infeudato ad Al Qaeda, bisognava intervenire? Bisognava impegnare le proprie energie perché il modo di intervenire fosse il più rispettoso della vita e della dignità umana, o opporglisi comunque come a un'infamia bellicista?
Credo questo: si può fare obiezione a qualunque decisione che, anche col proposito di salvare vite umane in numero ingente, sacrifichi la vita di innocenti, fosse pure un solo innocente. Questa obiezione di coscienza può segnare insuperabilmente il convincimento morale di un singolo individuo. Non quello di un responsabile pubblico, un militare o uno statista. Un responsabile pubblico misura relativamente la sua morale, che, per essere relativa, non è meno rigorosa. Non si illude di escludere in assoluto il sacrificio di vittime innocenti, ma vuole ridurne al minimo il rischio. Non ammazza né tortura prigionieri, anche i più colpevoli. Rifiuta, in Palestina, di far esplodere una vettura sulla quale, con un pericoloso capo terrorista, viaggiano persone innocenti, e dei bambini. Non ammette che, in nome del pericolo probabile ma futuro, si sacrifichino oggi degli innocenti. Apprezza l'incolumità della gente del "nemico" come quella della propria gente.
Questo era il problema imposto dall'intervento in Afghanistan, e in qualunque altro luogo del mondo. Opporsi in assoluto a ogni ricorso internazionale alla forza equivale esattamente a negare l'esistenza di una polizia entro i confini di uno Stato. Solo il pregiudizio, e l'abitudine, impediscono ancora di vederlo.
L'intervento in Afghanistan è avvenuto. È costato lutti evitabili e delitti cercati, ai civili e ai combattenti. Ti domando: i civili colpiti oggi in Afghanistan sono più numerosi o molto meno? Gli arti mutilati sono più o meno? Le mine collocate sono più o meno? Si mettono nuove mine o si smina? Le frustate alle donne sono più o meno?
È vero, secondo una quantità di fonti attendibili, che la maggioranza delle donne indossa ancora il burqa. A Herat, è stato ripristinato l'obbligo. A Kandahar, lo portano pressoché tutte. A Kabul sono numerose quelle che se ne sono sbarazzate. Ti domando: quelle che possono scegliere di non indossarlo sono molte di più o no? Tu sei arrivato a dire che le uniche donne senza burqa sono pagate dai fotografi occidentali! Affermazione enorme, se fosse vera, e degna di verifica. Intuisco quanto ti stia a cuore quel paese. Ma allora: perché la - precaria, difettosa, mediocre - liberazione di Kabul non viene festeggiata con le lacrime agli occhi da te e da tutti noi? Perché nelle cose che dici e nell'espressione del tuo viso, al contrario, sembra di leggere un rammarico? Un rimpianto per la Kabul com'era? Perché il ritorno di due milioni e passa di profughi in Afghanistan non viene salutato con le lacrime agli occhi?
Non smetto di chiedere perché i convinti pacifisti che non mossero un dito per liberare Sarajevo dall'assedio (il più lungo della storia moderna, più che a Leningrado) e dallo stillicidio delle bombe e dei cecchini, e anzi proclamarono la loro opposizione attiva a un intervento militare internazionale che sbloccasse l'assedio, e profetizzarono lo scoppio della Terza Guerra Mondiale, quando quell'intervento avvenne, con gli aerei della Nato, e in pochi giorni, e senza vittime innocenti, sbloccò l'assedio e liberò Sarajevo, non festeggiarono con le lacrime agli occhi? Non era la pace, si sapeva, lo sapevo: era solo (solo!) la fine del massacro quotidiano. L'interruzione del massacro, vegliata, ancora oggi, dalla polizia internazionale. Sono innumerevoli i posti della terra in cui si può pregare per la pace, ma per interrompere i massacri occorre mettere in campo una forza armata internazionale, e tenercela. E magari farle patrocinare libere elezioni, come a Timor est.
Sono contrario alla guerra minacciata contro l'Iraq e alla sua filosofia, e spaventato dalla sua ignota modalità. Ma mi sembra pazzesca l'assimilazione fra Saddam Hussein e Bush, che tu proclami a muso duro. Pazzesca l'indifferenza alla democrazia, per formale e imperfetta e violata che sia. Alla distanza fra governi eletti a suffragio universale e sanguinarie dittature assirobabilonesi. So darmene solo una, ma inadeguatissima, spiegazione. Io credo che la - brutta, difettosa, violata - democrazia debba essere la condizione della convivenza civile in ogni parte del globo.
Tu forse pensi - come certi etnologi relativisti che non sono ancora tornati a casa, come i leader cinesi, come i capi tribali patriarcali, come i fedeli della sharia - che la democrazia sia il pregio o il tic di un pezzetto di mondo, e sia fuori posto e disadatta a tanta altra parte del globo. Non riesco a capacitarmene, e mi spaventa. Mi spaventano le persone che mi sono care, note e ignote, che ripetono generosamente di essere sempre e comunque contro l'impiego della forza. Si sono dimenticate di Auschwitz, e non hanno voluto imparare dov'è Srebrenica, e che cosa è successo, e quando.
Pubblicato da Davide alle 10:57 7 commenti
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04 maggio 2006
Gino Strada: se lo conosci lo eviti...
Solo che allora non aveva dimestichezza con le colombe bianche, le bandiere multicolori, il rispetto altrui, il ramoscello d'ulivo.
Ma perché continuo a stupirmi?
Update: questo post è stato usato come inizio di una discussione su un forum, e siccome non posso commentare lì (ovvero, per pigrizia non mi va di registrarmi per commentare), faccio un paio di precisazioni: 1) il post riguarda Gino Strada, non Emergency. Se quindi qualcuno pensa che volessi "gettare fango" su di essa, si sbaglia; 2) qui non è neanche questione di gettare fango, ma solo di rendere note cose che difficilmente si potrebbero sapere altrimenti, alla faccia della informazione libera; 3) ho ritenuto interessante questo articolo non per criticare un eventuale evoluzione della persona (cosa che ritengo positiva e necessaria per ogni essere umano, purché non sia in senso violento, ovviamente), ma per evidenziare che il tanto decantato pacifismo di Gino Strada non è così sincero, ma è solo frutto della stessa ideologia che porta a legittimare il terrorismo, a cantare in piazza "10, 100, 1000 Nassiryia", e che porta 7 parlamentari di Prc più Paolo Cento a chiedere che i 25 arrestati per le distruzioni a Milano dell'11 marzo siano scarcerati. Questo giusto per fare tre esempi astratti.
Consiglio a riguardo inoltre la lettura del mio post successivo.
Pubblicato da Davide alle 11:39 18 commenti
01 maggio 2006
In memoria di Ayrton Senna
Pubblicato da Davide alle 21:23 3 commenti
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