07 giugno 2007

Occhi sul Darfur

Riporto una mail ricevuta da un membro della mailing list di Italian Blogs for Darfur:


Appello per monitoraggio online della violenza in Darfur
di Anna Masera

Ieri sera nella conferenza globale in webcast contro la censura su Internet che rischia di trasformarla in qualcosa di molto diverso dalla sua forma originaria. Su www.amnesty.org Irene Khan, segretaria generale di Amnesty, ha dichiarato: "Nell'era della tecnologia, Internet è diventato la nuova frontiera nella lotta per i diritti dei dissidenti. Con l'aiuto di alcune tra le più grandi compagnie mondiali, alcuni governi come quello della Bielorussia, della Cina, dell'Egitto, dell'Iran, dell'Arabia Saudita e della Tunisia monitorano le chat room, chiudono i blog, pongono dei limiti nella ricerca sul web e bloccano siti. Persone sono state imprigionate in Cina, Egitto, Siria Uzbekistan e Vietnam per aver postato e condiviso informazioni online. Ogni persona ha il diritto di inviare e ricevere informazioni ed esprimere la propria opinione senza paura o interferenze".
Nel suo rapporto 2007 Amnesty International ha reso noto di aver iniziato a monitorare, inserendole su Internet, le immagini raccolte dal satellite su villaggi del Sudan devastati dalle violenze nella regione del Darfur, per far pressione su Khartoum affinchè consenta di inviare nella regione truppe di pace dell'Onu.
L'appello invita a registrarsi all'indirizzo www.eyesondarfur.org, che verrà aggiornato regolarmente con nuove immagini, per aiutarli a tenere sotto controllo 12 villaggi in posizioni delicate e informare Khartoum che queste zone sono strettamente monitorate per registrare ogni segnale di violenza. Oltre 200.000 persone sono morte e due milioni hanno abbandonato le proprie case da quando è iniziato nel 2003 il conflitto nel Sudan occidentale tra le etnie africane che si ribellano al governo, sostenuto dalla milizia araba Janjaweed. Khartoum afferma che i morti sono stati 9.000 e rigetta le accuse di genocidio.
Il Consiglio di Sicurezza Onu lo scorso anno ha adottato una risoluzione per dispiegare truppe di 23.000 uomini fortemente "ibride" Onu-Unione Africana. Ma il presidente del Sudan Omar Hassan al-Bashir ha definito eccessivo il numero di questo dispiegamento. Ed ha accettato solo l'impiego di 3.000 uomini della forza di polizia Onu e personale militare in aiuto ad una forza dell'Unione Africana di circa 7.000 uomini. Tuttavia il piano finale sulla forza ibrida non ha ancora raggiunto Khartoum per via delle divergenze tra Onu e Ua sul controllo delle operazioni.
Amnesty dice che le immagini via satellite possono arrivare a mostrare oggetti di 60 centimetri, cosa che permetterebbe di individuare capanne distrutte, raggruppamenti di soldati o profughi in fuga. "Ci aspettiamo che il governo sudanese protegga questi e gli altri villaggi in tutto il Darfur. Ci aspettiamo che restino intatti oggi, domani e molto più in là nel futuro", ha dichiarato Ariela Blatter, direttore del Centro Prevenzione e Intervento Crisi della sezione Usa di Amnesty, che ha diretto il progetto di monitoraggio, chiamato Eyes on Darfur (occhi sul Darfur).

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