29 novembre 2006

Segreteria telefonica

Risposta automatica telefonica di un famoso Istituto Psichiatrico.
"Grazie per aver chiamato l'Istituto Psichiatrico di Salute Mentale:


... Se lei è ossesso-convulsivo, prema ripetutamente fino allo spasmo il tasto 1.

... Se lei è affetto di personalità multipla, prema i tasti 2, 3, 4, 5 e 6.

... Se lei è paranoico, sappiamo già chi è lei, cosa fa nella vita e sappiamo cosa vuole, quindi rimanga in linea, finchè non rintracciamo la sua chiamata.

... Se lei soffre di allucinazioni, prema il tasto 7 nel telefono rosa gigante che lei (e solo lei) vede alla sua destra.

... Se lei è schizofrenico, chieda al suo amico immaginario di premere il tasto 8 per lei.

... Se lei soffre di depressione, non importa quale numero prema, tanto non c'è niente da fare, il suo caso è disperato e non ha cura.

... Se lei soffre di amnesia, prema 9 e ripeta a voce alta il suo nome, cognome, numero di telefono di casa e del cellulare, indirizzo e-mail, numero di conto corrente, codice bancomat,data di nascita, luogo di nascita, stato civile e cognome da nubile di sua madre.

... Se lei soffre di indecisione, lasci il messaggio dopo il bip ... oppure prima del bip ... o durante il bip, insomma scelga lei

... Se lei soffre di amnesie temporanee di breve durata, prema 0.
... Se lei soffre di amnesie temporanee di breve durata, prema 0.
... Se lei soffre di amnesie temporanee di breve durata, prema 0.

... Se lei soffre di avarizia ossessiva, attenzione, riattacchi subito, questa telefonata è a pagamento a 500 euro al secondo.

... Se lei soffre di autostima bassa, per favore riagganci, poichè tutti i nostri operatori sono impegnati a parlare con persone molto più importanti di lei.

28 novembre 2006

Intervista a Esam Elagh, portavoce del Sudan Liberation Army

Il Sign. Esameldin Elagh, portavoce del SLA/M, Movimento armato di liberazione del Sudan, gruppo che ha rifiutato l'accordo di pace del 5 maggio scorso tra il Governo e i ribelli, ci ha concesso un'intervista via e-mail, che pubblichiamo qui nella sua versione originale in inglese. La versione tradotta in italiano verrà pubblicata a breve su questo blog e nella newsletter. (da ItalianBlogs4Darfur)

"What about you and SLM/A?

I am about forty years old , father of three children, all are males , I was working in business mediation and tourism field , I dreamt with the revolution in Darfur since my early years in life , but it delayed until 2003 , what is important now , it`s there.

I joined SLM/A since it`s first days , and I was in Sudan when it blown , and still and will continue supporting its struggle against the regime in Khartoum to restore the rights of the people of Darfur who suffered a lot from the central mentality which governing the country since the independence of Sudan in 1956 , 1st Jan .

Why Sudan government is fighting the Darfur people, supporting janjaweed militias?

The government of Sudan is not only against the Darfur people , it`s against the whole people of Sudan descending from African ethnicity , the central government throughout the history of Sudan since independence fought the south of Sudan because they are different , African ethnics and they are Christians , then Nuba mountains , then blue nile , all because they are Africans , and now darfur , and what is happening now in darfur is not more than a reproduction operation of the crisis of the south , nuba mountains and blue nile , they fought darfur because we have asked to be treated equally with the people of the north Sudan and we have asked for our rights as human beings , because we asked for hospitals and schools for our kids , because we asked for development for our historically marginalized region, the central governments governed and governing Sudan don`t accept and respect the different in Sudan , they believe in the Arabism of the Sudan while the 80% are not arabs or arab descending , they don`t respect or confess with the diversity of the country , all should be arabs and muslims according to their views .

The janjaweed formed mainly from arab tribes , it is true not all arab tribes in darfur taking part in this militia , the government supporting them for many reasons :
- because the government couldn`t achieve any victory against our troops
- the government plant in these tribes that Africans would like to dismiss you from darfur , so the janjaweed sward not to leave any black in darfur.
- the janjaweed don`t have land in darfur , so the government promised them the land if they succeeded in evacuating darfur from blacks.


Why SLA didn't accept peace accord in May?

The accord of May can`t be named as peace accord , no one of us want the war , the losers are our people , we want peace , but the just and durable peace , we are not looking for jobs in the government ,in brief the May accord created some positions for the movements but brought nothing for the darfurians , even the positions created by the accord are without legislative and executive authorities , no guarantees for the disarmament of the janjaweed , no compensations for the victims of the humanitarian crisis created by the government and the janjaweed militias , the government according to the accord will pay 30 million USD in compensations , the IDPs and the refugees are over 3.5 million , which means 8.5 USD per person , it is a joke , 400000 persons killed by the government and the militias , scorched policy being applied , horrible atrocities being committed , and after all 8.5 USD/ person ! , also there is no any kind of oblige to the government in the accord .


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25 novembre 2006

Premio Nobel 2006 per la Fisica: le motivazioni

Bene, come promesso un po' di tempo fa cercherò di spiegare perché è stato assegnato il Nobel per la Fisica a John Mather e George Smoot.
Le motivazioni ufficiali dicono: For their discovery of the blackbody form and anisotropy of the cosmic microwave background radiation.

Detto in parole povere significa che hanno scoperto (o meglio, verificato) che la radiazione di fondo, detta anche radiazione fossile, residuo del Big Bang, possiede una distribuzione di densità di energia simile a quella di un corpo nero, e hanno inoltre verificato che la sua intensità presenta delle piccolissime variazioni a seconda della direzione in cui la si misura (anisotropia).

Ma che significa? perché è importante?
Procedo con ordine.

Il corpo nero (non inganni il nome, non è necessariamente nero!) è un oggetto ideale, come se ne usano tanti in fisica, che ha la proprietà di assorbire totalmente la radiazione elettromagnetica che lo colpisce, riemettendola secondo una distribuzione che dipende esclusivamente dalla temperatura del corpo stesso. Per fare un esempio, le stelle costituiscono con buona approssimazione un corpo nero.

Per radiazione di fondo si intende invece quell'insieme di onde elettromagnetiche provenienti dal cosmo la cui sorgente non è identificabile con nessun particolare oggetto celeste. Esistono infatti numerose sorgenti di raggi X, gamma (che sono onde e.m. di diversa frequenza), di neutrini ecc., ma tutte sono riconducibili a particolari sistemi, come stelle di neutroni, galassie, quasar, buchi neri e così via. La radiazione di fondo, invece, permea tutto lo spazio, e la si interpreta come il residuo del Big Bang, l'evento che avrebbe dato vita all'Universo miliardi di anni fa.
Le misurazioni hanno rivelato che lo spettro della densità di energia (ovvero l'insieme dei valori assunti da essa per ogni intervallo di lunghezza d'onda esaminato) di questa radiazione si accorda in maniera ottima allo spettro di un corpo nero. La misura che ha fruttato il premio Nobel a Mather e Smoot ha infatti rivelato che c'è uno straordinario accordo tra i dati sperimentali e la curva teorica, per cui la radiazione di fondo è probabilmente la "migliore" realizzazione reale di un corpo nero, e rappresenta perciò una conferma del modello del Big Bang. In più, questo ha dato la possibilità di calcolare il valore della temperatura che permetteva il migliore accordo, per cui si è ottenuta una misura estremamente precisa della T della radiazione cosmica, che risulta essere di (2.725 +- 0.002) K. Si tratta di uno dei parametri cosmologici meglio determinati, allo stato attuale.

Per quanto riguarda l'anisotropia della radiazione di fondo, nell'ambito della teoria del Big Bang, considerando solo la forza gravitazionale, l'Universo si sarebbe dovuto espandere in maniera omogenea in tutte le direzioni (ovvero isotropa), e non si spiegherebbe quindi la formazione di macrostrutture come le stelle, le galassie ecc. Per spiegarle si deve tener conto delle fluttuazioni quantistiche che, nei primissimi istanti dopo l'esplosione, avrebbero provocato differenze nella densità di materia ed energia. La radiazione di fondo ha "memoria" di quelle differenze, e la misura dell'anisotropia fornisce quindi un'istantanea di quei primi momenti. Tale misura ha rappresentato una vera sfida, poichè si sono misurate variazioni di temperatura dell'ordine del decimillesimo (come si vede nella terza delle immagini riportate sotto), e fornisce una conferma del modello inflazionario.

Per concludere, i dati pubblicati appartengono a un campo (quello della cosmologia) che per sua natura ha grosse difficoltà nel reperire elementi decisivi che permettano di capire quale sia la teoria che spiega più correttamente l'origine dell'universo. Dunque il loro contributo è molto importante, perché fornisce indicazioni utili e limiti più ristretti alle ipotesi fatte fino a ora, essendo in accordo con le previsioni della teoria inflazionaria.

23 novembre 2006

Grattacielo ecologico negli USA

Riporto un'interessante notizia appresa dal blog di Camelot e riportata sul sito del Corriere:

NEW YORK — Nell'immaginario della Corporate America, il colore verde è sinonimo di soldi dal lontano 1862. Quando la prima banconota verde marcio da 1 dollaro fu emessa dall'U.S. Department of the Treasury. Nell'America del nuovo millennio «green» indica tutt'altra cosa: la nuova tendenza all'edilizia ecologica promossa dai giganti della finanza, che si sono fatti promotori di una rivoluzione destinata a cambiare non solo il volto delle grandi città, ma anche, si spera, il futuro del pianeta.

BANKAMERICA — La punta di diamante del nuovo trend è New York dove, a pochi passi da Times Square, sono iniziati i lavori dell'edificio più ecologico del mondo. Il grattacielo della Bank of America, che lo studio Cook+Fox Architects inaugurerà nel 2008. Una torre di 54 piani su 365 metri d'altezza a un costo di un miliardo di dollari. Oltre a essere il secondo più alto di New York dopo l'Empire State Building, il grattacielo è il primo della storia a ricevere l'ambitissimo certificato al platino mai emesso dall'U.S. Green Building Council, l'equivalente dell'Oscar per l'eco-architettura. Per aggiudicarsi il riconoscimento, il grattacielo sarà costruito in gran parte di materiali (vetro, acciaio e alluminio) riciclabili o riciclati. «Non sarà solo un palazzo spettacolare, ma anche il più ecologicamente responsabile che si possa immaginare», teorizza Douglas Durst, co-presidente di Durst Organization, la società incaricata della costruzione. Così, dice il governatore Pataki, «si protegge l'ambiente creando lavoro».

OASI VERTICALE — Sul tetto della nuova eco-torre, Durst costruirà una vera e propria giungla di piante, alberi e cespugli, che ne ridurranno l'impatto termico e ambientale. La sua energia sarà quasi tutta generata sul posto. Con l'ausilio di una turbina eolica sistemata su una delle due guglie e di un impianto da 4,6 Megawatt, dotato di unità di immagazzinamento termale che produrranno ghiaccio di notte, quando i costi dell'energia sono al minimo, da utilizzare negli impianti di condizionamento. Un sistema di riciclaggio dell'acqua piovana consentirà inoltre di risparmiare milioni di litri d'acqua mentre anche le toilette saranno a basso consumo idrico, con orinatoi ad autopulizia chimica, biodegradabile e senza sciacquone, del tipo già usato alla Jimmy Carter Library e al Taj Mahal.

PUBBLICO E PRIVATO — Se l'amministrazione Bush si è contraddistinta come la meno ecologica della storia, la Corporate America ha deciso di assumere la leadership nella crociata salva- pianeta. «Che c'è di male nel profitto?», si chiede il New York Times in un lungo articolo dedicato ai nuovi, ricchissimi pionieri dell'eco-trend, in gara tra loro per trasformare le città americane in luoghi più vivibili. Al boom dell'eco-architettura s'ispirano molti dei nuovi edifici della Manhattan post-11 settembre. Dal grattacielo Hearst, disegnato da Lord Norman Foster tra la 57˚ strada e l'8a Avenue al New York Times Building progettato da Renzo Piano sulla 41˚ strada West. Dal 7 World Trade Center della Silverstein Properties al Solaire, il primo eco-grattacielo residenziale d'America, a due passi da Ground Zero.

MILANO — La febbre ha finito per contagiare anche l'Italia. Dove Hines (che ha costituto con il Fondo CalPers il Green Development Fund, con investimenti per 500 milioni di dollari) è impegnata esclusivamente nella costruzione di edifici ecologicamente sostenibili. A Milano sono stati avviati secondo questi criteri i progetti di Garibaldi-Repubblica delle Varesine e di Isola-Lunette.

Ora, trovo interessante questa notizia in particolar modo perché mi permette di esprimere un'idea che, per quel che si sente spesso dire, sembra controintuitiva, ma che in realtà rappresenta bene lo stato delle cose: non ci può essere una vera attenzione verso l'ecologia se non c'è sviluppo.
Potrebbe sembrare strano, ma è così: se una popolazione sopravvive a stento, è assurdo immaginare che possa pensare a non inquinare l'ambiente; semplicemente questa non può essere una sua priorità. Laddove invece c'è sviluppo e industrializzazione, il surplus creato sarà spendibile anche verso una maggiore attenzione per i consumi e l'inquinamento.
Non è quindi un caso che questo "nuovo trend" parta dai tanto vituperati Stati Uniti!

21 novembre 2006

Nepal, governo e ribelli firmano storico accordo di pace

KATHMANDU (Reuters) - Il governo multipartitico nepalese e i ribelli maoisti hanno firmato oggi un accordo di pace che dichiara formalmente la fine di una guerra civile durata un decennio nel corso del quale hanno perso la vita 13.000 persone.

L'accordo firmato dal primo ministro Girija Prasad Koirala e dal leader dei ribelli maoisti Prachanda giunge sette mesi dopo le dimissioni del re Gyanendra, che ha ceduto il controllo del paese ai partiti politici in seguito a settimane di violente proteste nelle strade.

"L'accordo mette fine al lungo conflitto", ha detto il negoziatore del governo Krishna Prasad Sitaula dopo aver letto il testo del trattato.

L'accordo prevede il disarmo degli insorti che verranno confinati nei campi sottoposti al controllo delle Nazioni Unite e giunge in vista delle elezioni del prossimo anno in cui verrà eletta un'assemblea che si occuperà di redigere una nuova costituzione e decidere il futuro della monarchia.

Dal sito della Reuters.

18 novembre 2006

Sudan dice sì a "storici" colloqui sul Darfur - Onu

Pare ci siano buone notizie sul Darfur.

KHARTOUM (Reuters) - Un accordo per tenere nuovi colloqui fra tutte le parti coinvolte nel conflitto in Darfur sarà un'opportunità storica per mettere fine alle lotte che hanno ucciso 200.000 persone, secondo quanto riferito oggi dal capo dell'unità umanitaria dell'Onu.

Al termine di un vertice nella capitale etiope di Addis Abeba è stato stabilito che un trattato di pace siglato a maggio da una sola delle tre fazioni ribelli coinvolte è inadeguato e che si dovrebbe dare il via ad un nuovo processo di pace sotto la guida congiunta dell'Onu e dell'Unione Africana (Au).

"Il Dpa (accordo di pace per il Darfur) non è abbastanza completo ... (e) questo ha portato all'insicurezza, ha peggiorato la situazione umanitaria e ha limitato l'accesso degli aiuti umanitari", dice il comunicato presentato al termine dell'incontro.

Il coordinatore umanitario all'Onu Jan Egeland ha detto che l'accordo di Addis Abeba rappresenta un punto di svolta che potrebbe portare le parti rivali a sedersi allo stesso tavolo dei negoziati per sancire una pace completa rispettata e approvata dagli abitanti del Darfur, per molti dei quali ritengono inadeguato il trattato di maggio.

"Siamo stati testimoni di un momento storico ad Addis Abeba ... abbiamo assistito ad un accordo per un nuovo tentativo politico per mettere fine a questo disastro provocato dall'uomo", ha detto ai giornalisti a Khartoum.

Il governo del Sudan e il gruppo ribelle che hanno firmato l'accordo a maggio si sono fino ad ora rifiutati di accettare qualsiasi cambiamento all'accordo.

Egeland ha reso noto che ad Addis è stato trovato un accordo per l'impiego di una forza effettiva che protegga i civili, che l'Unione Africana non è riuscita a difendere a causa della scarsità di armamenti e di un mandato debole.

"(Quello che abbiamo è) un tentativo per avere per la prima volta una forza credibile dispiegata sul posto che potrebbe proteggere la popolazione civile e proteggere le persone occupate a fornire aiuti umanitari", ha detto.

Un incontro di tutte le parti coinvolte nel conflitto si dovrebbe tenere nelle prossime settimane, dice il comunicato.

17 novembre 2006

Riscaldamento globale ed effetto serra II

Continua da qui:

La discrepanza tra le misurazioni al suolo e da satellite

L'effetto serra dipende dalla quantità dei gas-serra, e se questi aumentano, a temperatura del suolo invariata dovrebbe aumentare anche la temperatura della troposfera, e in un secondo tempo, attraverso i complessi meccanismi di scambio del calore, anche la temperatura alla superficie.
Ma i dati rilevati al suolo non concordano con quelli misurati dai satelliti. E non si riesce a capire come possa essere aumentata la temperatura in superficie di 0,5 gradi, mentre quella degli strati più bassi dell'atmosfera è rimasta pressoché invariata.
Secondo quanto riferito da Bjorn Lomborg nell' Ambientalista Scettico
(pag 272/273 - fig. 139), tutti i modelli teorici prevedono che, se aumentano i gas-serra, la temperatura della troposfera deve aumentare in misura superiore o quanto meno uguale a quella del suolo. E' talmente inspiegabile questa discrepanza che all'inizio si pensava che gli strumenti del satellite fossero stati mal tarati. Ma dopo i controlli è venuta anche la constatazione che i loro dati coincidono completamente con quelli dei palloni sonda, che rilevano in maniera diretta la temperatura dell'aria a diverse altezze.
Ma allora non potrebbero essere sbagliati i dati misurati al suolo?
Molti scienziati lo pensano, e osservano che i termometri spesso non hanno una buona manutenzione, sono soggetti a distorsioni che che quasi sempre spingono verso l'alto i valori misurati rispetto a quelli reali, e sono distribuiti in maniera poco omogenea. Infatti sono concentrati in poche regioni, mentre sono quasi del tutto assenti in Africa, nell'Asia settentrionale, nelle calotte polari e negli oceani. Inoltre a quanto pare non si è tenuto nel debito conto il fenomeno chiamato "isola di calore urbano". Ed è noto che nelle città, a causa del traffico, del riverbero in estate e del riscaldamento in inverno, la temperatura è quasi sempre più alta rispetto alle zone circostanti. (Per la descrizione dettagliata dei numerosi fattori distorsivi di cui non si sarebbe tenuto conto, e per una trattazione più completa ricca di dati scientifici di prima mano, vedi l'articolo: "Effetto serra, siamo prudenti. Stiamo a guardare"). Quindi potrebbe anche essere che nell'ultima parte del secolo non ci sia stato alcun aumento della temperatura, oppure che il riscaldamento sia stato di dimensioni molto più modeste: un decimo di grado anziché cinque decimi, probabilmente dovuto, almeno in parte, a cause naturali. Ma un moderato aumento della temperatura avrebbe conseguenze nel complesso positive, così com'è avvenuto in tutte le epoche storiche in cui il clima era più caldo di oggi.
D'altra parte, se si dovesse prendere per buono l'aumento di 0,5 C° misurato al suolo, le conseguenze sarebbero paradossali. Dato che l'effetto serra dipende dalla capacità dell'atmosfera di assorbire parte della radiazione emanata dalla superficie terrestre (compresi i mari e gli oceani), se la temperatura al suolo aumenta mentre quella dell'atmosfera rimane invariata, bisognerebbe concludere che l'effetto serra è diminuito!
Eppure, proprio su un dato così incerto sono state basate le previsioni di un consistente aumento della temperatura nei prossimi cento anni, per scongiurare il quale ben 160 paesi si sono convinti a firmare il protocollo di Kyoto al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica (ma solo alcuni, in pratica i paesi europei, hanno sottoscritto degli impegni).
Ma la previsione di un catastrofico aumento della temperatura a livello globale non è realistica. Sia perché, come si è visto, il dato di partenza è quasi sicuramente sbagliato, ma anche perché i modelli matematici non riescono ancora a tenere conto di tutti i fattori che influenzano il clima. Infine la potenza dei computers è ancora largamente insufficiente per far girare dei modelli climatici abbastanza dettagliati.
Ma se fra 10 o 20 anni questi problemi saranno stati superati, e se si potrà dimostrare che l'aumento dell'anidride carbonica dovuto alle attività umane non è in grado di modificare più di tanto la temperatura del pianeta (cosa molto probabile in base a quello che sappiamo oggi), allora diventerebbe conveniente fare esattamente il contrario di quello che vuole il protocollo di Kyoto, cioè riconvertire le centrali a carbone e a bitume proprio per alzare il più possibile il tasso di anidride carbonica, perché questo provocherebbe un aumento della massa vegetale su tutta la Terra.

Il ciclo del carbonio

L'anidride carbonica, infatti, non è solo un gas serra, ma anche il principale fattore di crescita delle piante. Le piante sono fatte principalmente di carbonio, e il carbonio lo prendono dall'aria, dove è presente sotto forma, appunto, di anidride carbonica. Durante la reazione clorofilliana le piante assorbono il biossido di carbonio attraverso gli stomi, delle piccole aperture, invisibili ad occhio nudo, presenti sulla superficie delle foglie. E maggiore è la concentrazione della CO2 nell'atmosfera, maggiore è la velocità con cui essa viene assorbita, e più veloce è la crescita vegetativa.
L'accelerazione della crescita non è la stessa per tutte le piante. Ricerche che hanno preso in considerazione centinaia di piante diverse hanno mostrato che, se si raddoppia la percentuale della CO2, gli alberi accelerano la loro crescita di circa il 50%, mentre gli altri vegetali del 25 / 30%. E sono sempre di più le coltivazioni in serra che si avvalgono di percentuali doppie o triple di questo gas. Del resto l'aumento del tasso di anidride carbonica avvenuto dall'inizio dell'era industriale ad oggi sta già dando una forte spinta alla crescita sia delle piante coltivate che di quelle spontanee.
Ma il ciclo del carbonio ha anche la capacità di influenzare la temperatura del pianeta, e forse in misura maggiore di quanto non possa farlo l'anidride carbonica come gas-serra.
Dato che le piante rilasciano umidità, se cresce la massa vegetale, aumenta anche l'umidità atmosferica e questa, come si è visto, è il principale gas-serra. Inoltre le piante assorbono una parte della radiazione solare, che così viene sottratta all'effetto riscaldante del suolo. Infine, quando la vegetazione si espande o si riduce, si modifica l'albedo, e quindi la quantità di radiazione solare assorbita dalla superficie terrestre. Ma se una maggiore concentrazione della CO2 faccia realmente aumentare o diminuire la temperatura globale, e di quanto, lo si potrà sapere solo quando ci saranno dei modelli matematici molto più evoluti degli attuali. Ad ogni modo questo effetto riscaldante o raffreddante passerebbe attraverso un aumento della massa vegetale che, proprio dal punto di vista ambientale, non può certo essere considerato un fatto negativo.

La rivolta della comunità scientifica

Tutto quello che oggi si può dire è che l'aumento recente del tasso di anidride carbonica non sembra stia provocando un catastrofico surriscaldamento del pianeta, cosa che peraltro non esclude possibili modifiche degli equilibri climatici a livello locale (non necessariamente dovute a cause umane). In ogni caso, l'individuazione di eventuali situazioni problematiche, responsabilità e proposte di soluzione, può venire solo da una più approfondita ricerca scientifica, e non da interessate campagne mediatiche o da pregiudizi ideologici.
Per tutti questi motivi un numero sempre maggiore di scienziati sta prendendo posizione di fronte ad affermazioni che spesso hanno la stessa valenza scientifica degli oroscopi.
Un manifesto redatto dall'Oregon Institute afferma: “Non ci sono evidenze scientifiche che il rilascio di anidride carbonica o altri gas serra, prodotti dalle attività umane, stia causando, o lo farà nel prossimo futuro, un catastrofico riscaldamento dell'atmosfera terrestre e un eventuale cambiamento climatico. Al contrario, ci sono sostanziali evidenze scientifiche che l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera produrrà molti benefici sia per quanto riguarda la crescita delle piante sia lo sviluppo dell'ambiente animale della terra”. Questa dichiarazione è stata immediatamente sottoscritta da 17.000 scienziati, e contro il dogma dell'effetto serra si sono pronunciate anche molte altre accademie scientifiche.
In conclusione non sembrano affatto giustificate le misure previste dal protocollo di Kyoto, e ancora meno, dato il loro costo e la scarsa efficacia nel perseguire lo scopo che si prefiggono, altri quattro o cinque protocolli dello stesso tipo che qualcuno ha già preannunciato.
In realtà questa politica, e la logica che la ispira, sembra avere come unico fondamento il solito pregiudizio ideologico contro la crescita economica e lo sviluppo.

16 novembre 2006

Riscaldamento globale ed effetto serra I

In questi giorni si sta svolgendo a Nairobi la conferenza mondiale sui cambiamenti climatici. Dal momento che si tratta di una serie di giorni in cui saranno lanciati i più assurdi allarmi, ho deciso, nel piccolo del mio blog, di riservare uno spazio giornaliero alla questione del riscaldamento globale, riportando il contenuto di una pagina di un interessantissimo sito che ho scoperto di recente. Tale esposizione combacia esattamente con il mio modo di vedere la questione e le mie attuali conoscenze.


Effetto serra

Tutto parte da un aumento di temperatura di mezzo grado misurato al suolo nell'ultimo quarto del secolo scorso. Da qui discendono tutti i discorsi sul riscaldamento del pianeta, le previsioni di terribili sconvolgimenti climatici, e i rimedi da adottare per ridurre il tasso di anidride carbonica, causa di questi disastri.
Ma quello dell'aumento globale della temperatura è un dato a dir poco controverso, e sono sempre di più gli scienziati che stanno prendendo posizione contro affermazioni che hanno spesso lo stesso valore di un oroscopo.

Misurare la febbre dal pianeta
Se vogliamo provarci la febbre, è sufficiente che ci misuriamo la temperatura una volta sola, perché la circolazione del sangue distribuisce nel nostro organismo non solo le sostanze nutrienti, ma anche il calore.
Ma misurare la febbre del pianeta non è altrettanto semplice. Gli scambi di calore tra terre emerse, oceani e atmosfera, che avvengono per conduzione, convezione e irraggiamento, sono fenomeni complessi e non ancora del tutto compresi.
La temperatura della Terra viene misurata in due modi. Il primo consiste nell'effettuare rilevazioni in diversi punti della superficie e poi fare la media. In base a queste misurazioni dal 1970 al 2000 la temperatura globale sarebbe aumentata di 0,5 gradi centigradi.
Il secondo consiste nel misurare la temperatura dell'atmosfera con l'aiuto dei satelliti. Dal 1979 i satelliti circumpolari misurano la temperatura media di diversi strati della troposfera (la parte più bassa dell'atmosfera). Essi si muovono su un piano orbitale che rimane fisso rispetto al firmamento, e dato che la Terra ruota su se stessa, ad ogni orbita possono scandagliare uno spicchio diverso del globo. Coprono quindi, con le loro osservazioni, tutta la superficie del pianeta, e le loro misurazioni sono molto precise, complete ed omogenee.
Dalle misurazioni satellitari effettuate dal 1979 al 2001 non emerge però alcuna chiara tendenza all'aumento della temperatura, che pur con qualche oscillazione rimane più o meno costante, e questo dato non è in accordo con le misure prese al suolo.
Chi ha ragione? Chi denuncia il pericolo di un catastrofico riscaldamento del pianeta, o chi sostiene che non ci sono prove che la Terra abbia la febbre?
Per riuscire a capirci qualcosa bisogna innanzitutto tenere conto di come funziona il meccanismo dell'effetto serra.

L'effetto serra naturale
Ogni corpo caldo irradia energia, e sia la quantità che il tipo delle radiazioni emesse, contraddistinte da particolari lunghezze d'onda, dipendono dalla sua temperatura. Il Sole ha una temperatura in superficie di 6.000 gradi, e di conseguenza emette la maggior parte della sua radiazione nel campo della luce visibile, ma rilascia anche una certa quantità di luce ultravioletta e una quantità minore di radiazione nel "vicino infrarosso".
La radiazione ultravioletta, molto energetica, viene catturata dallo strato di ozono che divide la troposfera dalla bassa stratosfera (all'altezza di circa 12 / 13 km), e non raggiunge la superficie della Terra. La luce visibile invece attraversa l'atmosfera diffondendosi nell'aria, ma senza quasi riscaldarla. Quando raggiunge il suolo o le nuvole, viene in parte assorbita e in parte riflessa.
La quantità di radiazione luminosa che il suolo o le nubi possono assorbire dipende dall'albedo. Maggiore è l'albedo, maggiore è la percentuale di luce che viene riflessa e si disperde nello spazio. La parte rimanente viene assorbita dal suolo e lo riscalda. Poiché ogni corpo caldo emette energia, e poiché la temperatura della superficie terrestre è bassa (in media 15 gradi C°), la maggior parte della sua radiazione viene a trovarsi nel campo dell'infrarosso termico. L'80% della radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre si disperde, mentre il restante 20% riscalda il vapore d'acqua e i gas serra che a loro volta diffondono il calore nell'atmosfera.
L'acqua atmosferica è responsabile del 98% dell'effetto serra, mentre i gas serra propriamente detti (anidride carbonica, metano, protossido di azoto ecc.) si contendono il restante 2%. Questa stima è basata sulla quantità di calore che può assorbire ogni molecola di gas, e sulla quantità, ugualmente ben conosciuta, dei vari gas-serra e dell'acqua atmosferica.
Questo è l'effetto serra naturale, che di per sé è un fatto positivo: infatti se non ci fosse la temperatura media della terra sarebbe di -18 gradi, e ben poche forme di vita potrebbero sopravvivere.

L'effetto serra antropico
L'effetto serra atmosferico, quindi, fa aumentare la temperatura della superficie terrestre di 33 gradi. Ma quanto di questo effetto riscaldante dipende dall'anidride carbonica prodotta dalle attività umane? I gas serra complessivamente contribuiscono con 0,66 C° (2% di 33 C°), e l'anidride carbonica con circa un terzo di questa quantità.
Poiché la CO2 in 50 anni è aumentata da 316 a 376 parti per milione, cioè di circa un sesto, l'effetto serra antropico dà un contributo di 0,036 C° (0,22 : 6).
In altre parole il contributo delle attività umane al riscaldamento del pianeta negli ultimi 50 anni dovrebbe essere di 3,6 centesimi di grado centigrado. E anche se si volesse raddoppiare questo valore per un eccesso di prudenza, l'effetto serra antropico non supererebbe il decimo di grado.
Queste le previsioni teoriche. Ma i dati scientifici raccolti in questi anni, confermano queste previsioni, o giustificano i ricorrenti allarmi sulla febbre del pianeta?

Continua domani.

15 novembre 2006

Vignette sul Darfur

Alla campagna di Italian Blogs for Darfur partecipano anche dei vignettisti. Ecco le loro prime creazioni sul tema.


14 novembre 2006

Niente uranio nel sud del Libano

Vi ricordate dell'ennesima accusa rivolta verso Israele a proposito della guerra di questa estate?
Ebbene, ecco l'ennesima smentita pressochè taciuta dai media.

I tecnici Onu dell'Unep escludono altri residui radioattivi
(ANSA) - NAIROBI, 7 NOV - Gli esperti delle Unep
(Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, ndB) non hanno trovato traccia di uranio o materiale radioattivo dopo il conflitto tra Israele ed Hezbollah in Libano. I tecnici in munizioni del programma per l'ambiente delle Nazioni Unite hanno reso noto che 'I campioni prelevati dagli scienziati non mostrano tracce di uranio impoverito o di altri materiali radioattivi. Non sono state trovate schegge di munizioni a base di uranio o altri residui radioattivi. L'analisi di campioni non rileva tracce di uranio arricchito'.

10 novembre 2006

Pace in Nepal

Finalmente ieri il capo dei Maoisti, Prachanda, e i partiti democratici nepalesi hanno raggiunto l'accordo definitivo che, dopo la deposizione del re Gyanendra, pone fine a oltre dieci anni di scontri e guerriglia che hanno causato più di 12000 morti.
Alessandro Gilioli ha intervistato il capo dei Maoisti, e oggi è possibile leggere l'intervista sul sito dell'Espresso di Repubblica.
Buona lettura.

08 novembre 2006

Barzellettine acide

E per l'angolo del buonumore...

1. Qual è la differenza fra una fidanzata ed una moglie?
20 kg.

2. Qual è la differenza fra un fidanzato ed un marito?
20 minuti.

3. Cos'è quando un uomo si rivolge ad una donna in modo osceno?
Molestia sessuale.

4. Cos'è quando una donna si rivolge ad un uomo in modo osceno?
3.500 Lire + IVA al minuto.

5. Come fai a scoprire quando tua moglie è morta?
Il sesso è lo stesso, ma i piatti continuano ad ammucchiarsi.

6. Come fai a scoprire quando tuo marito è morto?
Il sesso è lo stesso, ma almeno hai il controllo del telecomando.

7. Se tua moglie continua ad uscire dalla cucina per romperti le palle,cos'hai sbagliato?
Le hai fatto la catena troppo lunga.

8. Quanti uomini ci vogliono per cambiare una lampadina?
Nessuno: stanno solo seduti lì al buio a lamentarsi.

9. Qual è la via più breve per arrivare al cuore di un uomo?
Attraverso il suo petto, con un coltello ben affilato.

10. Cos'hanno in comune gli uomini ed i posti macchina al parcheggio?
Tutti i migliori sono già stati presi e quelli rimasti sono per disabili.

11. Perché gli uomini vogliono sposarsi le vergini?
Perché non sopportano i paragoni.

12. Perché è così difficile per le donne trovare uomini che siano sensibili, affettuosi e carini?
Perché tali uomini hanno già un fidanzato.

13. Come separano gli uomini la propria biancheria?
Sudicia e sudicia ma portabile.

14. Perché le donne fingono l'orgasmo?
Perché gli uomini fingono i preliminari.

15. Cos'è che spinge gli uomini a rincorrere donne che non hanno alcuna intenzione di sposare?
La stessa cosa che spinge i cani a rincorrere macchine che non hanno alcuna intenzione di guidare.

16. Qual è la pena da scontare per la bigamia?
Due suocere.


I SOLITI LUOGHI COMUNI

Un cortigiano: un uomo che vive a corte
Una cortigiana: una mignotta

Un massaggiatore: un kinesiterapista
Una massaggiatrice: una mignotta

Un professionista: un uomo che conosce bene la sua professione
Una professionista: una mignotta

Un uomo di strada: un uomo duro
Una donna di strada: una mignotta

Un uomo senza morale: un politico
Una donna senza morale: una mignotta

Un uomo pubblico: un uomo famoso, in vista
Una donna pubblica: una mignotta

Un uomo facile: un uomo con il quale è facile vivere
Una donna facile: una mignotta

Un intrattenitore: un uomo socievole affabulatore
Una intrattenitrice: una mignotta

Un adescatore: un uomo che coglie al volo persone e situazioni
Un'adescatrice: una mignotta

Un uomo molto disponibile: un uomo gentile
Una donna molto disponibile: una mignotta

06 novembre 2006

Qualche commento per i comici del WWF

Stuzzicato da questo post di Andrea, ho trovato sul sito dell'Istituto Bruno Leoni un po' di articoli che commentano il rapporto del WWF, al quale avevo già accennato in un precedente post, secondo cui le risorse del pianeta si esauriranno entro il 2050.
Gli articoli sono molti (sono i primi sei di questa pagina) ma ne riporto un paio in particolare:

Dev’essere successo qualcosa di terribile, ieri, in Italia. Qualcosa che non vogliono farci sapere. Non si spiega altrimenti, perché il Corriere della sera abbia centrato per mezza-giornata-mezza il suo sito Internet sulla regina delle non-notizie. Il Wwf che dice: consumiamo troppo, la Terra è spacciata È come se oggi il titolo di Libero fosse: Papa Ratzinger ai fedeli, ‘andate a messa, la domenica’. Sai che roba. Sono trent’anni, grossomodo cioè da quando esistono, che i verdi continuano a prevedere la fine del mondo. Lo fanno ogni tot mesi, è il loro mestiere. Lo fanno senza interrogare gli oracoli, che di norma pretendono una bestiola in sacrificio, ma organizzando periodiche sedute spiritiche, aspettando quel sibilo nell’aria: “Gradoli”. Per ora, nulla. L’ultima profezia individua l’anno ferale nel 2050. Sorridete, il nostro tempo sta per scadere.

C’è da crederci, come sembra fare il Corriere? Assolutamente no, e il suo direttore Paolo Mieli, che ai tempi è stato in Italia fra i pochissimi a dare credito e spazio all’ambientalista scettico Bjorn Lomborg, lo sa bene. Lo sa anche perché Mieli per mestiere è direttore, ma per vocazione è storico. E allo storico non può sfuggire, la sottile differenza che passa fra la Cassandra che vede Troia in fiamme, e quella che grida all’incendio mentre fuori si gela.

Qualche esempio.

Nel 1905, il proto-ecologista ma cacciatore Teddy Roosevelt aveva annunciato che le riserve mondiali di legname si sarebbero esaurite in qualche decennio. Sorpresa. Cent’anni dopo, noi continuiamo a vivere in case fornite di mobili, a leggere libri, a comprare il giornale.

Nel 1980 il presidente americano Carter, basandosi su uno studio da lui commissionato, fece sapere che nel 2000 sarebbero finite le risorse alimentari. Non quelle del frigorifero di mia zia, ma della Terra. Di tutta la Terra. Sono passati sei anni e continuiamo a mangiare.

Nel 1972 il Club di Roma, un cenacolo di cervelloni con l’hobby di far scoppiare il mondo, sostenne con autorevolezza che le riserve di oro sarebbero terminate entro il 1981, quelle di zinco entro il 1990, il petrolio entro il 1992, il piombo, il rame e il metano entro il 1993. Venticinque anni dopo la sua presunta data di morte, l’oro continua a venire estratto dalle viscere della Terra. È vero, si seguita a dare per certa la fine del petrolio. Però, a parte il fatto che se il greggio si esaurisse domani sarebbe comunque durato quattordici anni più del previsto, tali irrazionali paure non sono suffragate dall’unico indicatore oggettivo di scarsità: ovvero, il sistema dei prezzi. Invece, si continua a trivellare, e il prezzo dell’oro nero è esposto a fluttuazioni che parlano più di geopolitica, che del suo imminente esaurimento.
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La profezia di sventura lanciata dal Wwf, convinto che a questo tasso di crescita nel 2050le risorse naturali si esauriranno, è l’ennesima bufala prodotta dal catastrofismo ecologista. Destinata ad essere smentita dai fatti.

Già nel 1980 un grande studioso, Julian Simon, “sfidò a duello” un guru dell’ecologismo alla moda, Paul Ehrlich; e vinse la sua battaglia. Stufo di sentire che le risorse stavano finendo, Simon chiese a Ehrlich di scommettere che nell’arco di dieci anni ben cinque materie prime fondamentali (stagno, rame, nickel, tungsteno e cromo) avrebbero avuto un prezzo inferiore: a dimostrazione che non c’erano problemi di scarsità. L’ecologista accettò e perse, dato che dieci anni dopo lo stagno costava il 72% in meno, il rame il 18,5% in meno, il nickel il 3,5%, il tungsteno il 57% e il cromo il 40%.

La storia dell’ultimo secolo è costellata di profezie ecologiste che non si sono realizzate: come quando il Club di Roma di Aurelio Peccei pubblicava studi ricchi di grafici che avrebbero voluto convincerci che il mondo non sarebbe arrivato nel terzo millennio.

Si potrebbe ritenere che gli ecologisti sono un po’ bugiardi, ma non dannosi. E invece non è così. Lungi dall’essere “la soluzione”, in larga misura oggi gli ecologisti sono “il problema”. Se c’è un briciolo di verità nel ridicolo manifesto diffuso dal Wwf essa sta nel fatto che – soprattutto a causa della propaganda ambientalista – troppe risorse sono statali e limitate nel loro utilizzo dalle leggi. In assenza di logiche imprenditoriali, così, non si può escludere che la gestione delle risorse naturali sia nel segno degli acquedotti pubblici: che fanno acqua da tutte le parti.
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