Sudan dice sì a "storici" colloqui sul Darfur - Onu
Pare ci siano buone notizie sul Darfur.
KHARTOUM (Reuters) - Un accordo per tenere nuovi colloqui fra tutte le parti coinvolte nel conflitto in Darfur sarà un'opportunità storica per mettere fine alle lotte che hanno ucciso 200.000 persone, secondo quanto riferito oggi dal capo dell'unità umanitaria dell'Onu.
Al termine di un vertice nella capitale etiope di Addis Abeba è stato stabilito che un trattato di pace siglato a maggio da una sola delle tre fazioni ribelli coinvolte è inadeguato e che si dovrebbe dare il via ad un nuovo processo di pace sotto la guida congiunta dell'Onu e dell'Unione Africana (Au).
"Il Dpa (accordo di pace per il Darfur) non è abbastanza completo ... (e) questo ha portato all'insicurezza, ha peggiorato la situazione umanitaria e ha limitato l'accesso degli aiuti umanitari", dice il comunicato presentato al termine dell'incontro.
Il coordinatore umanitario all'Onu Jan Egeland ha detto che l'accordo di Addis Abeba rappresenta un punto di svolta che potrebbe portare le parti rivali a sedersi allo stesso tavolo dei negoziati per sancire una pace completa rispettata e approvata dagli abitanti del Darfur, per molti dei quali ritengono inadeguato il trattato di maggio.
"Siamo stati testimoni di un momento storico ad Addis Abeba ... abbiamo assistito ad un accordo per un nuovo tentativo politico per mettere fine a questo disastro provocato dall'uomo", ha detto ai giornalisti a Khartoum.
Il governo del Sudan e il gruppo ribelle che hanno firmato l'accordo a maggio si sono fino ad ora rifiutati di accettare qualsiasi cambiamento all'accordo.
Egeland ha reso noto che ad Addis è stato trovato un accordo per l'impiego di una forza effettiva che protegga i civili, che l'Unione Africana non è riuscita a difendere a causa della scarsità di armamenti e di un mandato debole.
"(Quello che abbiamo è) un tentativo per avere per la prima volta una forza credibile dispiegata sul posto che potrebbe proteggere la popolazione civile e proteggere le persone occupate a fornire aiuti umanitari", ha detto.
Un incontro di tutte le parti coinvolte nel conflitto si dovrebbe tenere nelle prossime settimane, dice il comunicato.
Al termine di un vertice nella capitale etiope di Addis Abeba è stato stabilito che un trattato di pace siglato a maggio da una sola delle tre fazioni ribelli coinvolte è inadeguato e che si dovrebbe dare il via ad un nuovo processo di pace sotto la guida congiunta dell'Onu e dell'Unione Africana (Au).
"Il Dpa (accordo di pace per il Darfur) non è abbastanza completo ... (e) questo ha portato all'insicurezza, ha peggiorato la situazione umanitaria e ha limitato l'accesso degli aiuti umanitari", dice il comunicato presentato al termine dell'incontro.
Il coordinatore umanitario all'Onu Jan Egeland ha detto che l'accordo di Addis Abeba rappresenta un punto di svolta che potrebbe portare le parti rivali a sedersi allo stesso tavolo dei negoziati per sancire una pace completa rispettata e approvata dagli abitanti del Darfur, per molti dei quali ritengono inadeguato il trattato di maggio.
"Siamo stati testimoni di un momento storico ad Addis Abeba ... abbiamo assistito ad un accordo per un nuovo tentativo politico per mettere fine a questo disastro provocato dall'uomo", ha detto ai giornalisti a Khartoum.
Il governo del Sudan e il gruppo ribelle che hanno firmato l'accordo a maggio si sono fino ad ora rifiutati di accettare qualsiasi cambiamento all'accordo.
Egeland ha reso noto che ad Addis è stato trovato un accordo per l'impiego di una forza effettiva che protegga i civili, che l'Unione Africana non è riuscita a difendere a causa della scarsità di armamenti e di un mandato debole.
"(Quello che abbiamo è) un tentativo per avere per la prima volta una forza credibile dispiegata sul posto che potrebbe proteggere la popolazione civile e proteggere le persone occupate a fornire aiuti umanitari", ha detto.
Un incontro di tutte le parti coinvolte nel conflitto si dovrebbe tenere nelle prossime settimane, dice il comunicato.
2 commenti:
Io non mi fiderei troppo né dell'Onu né delle corti islamiche...
Lo so, ma sperare non costa niente, e prima o poi dovranno pur risolvere questa vicenda...
In ogni caso, fai attenzione, perché in Sudan la discriminazione è operata (o meglio appoggiata) da un governo arabo ai danni di neri cristiani, animisti e anche musulmani.
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