19 aprile 2007

Ipotesi sugli uragani nell'Atlantico

Da quando Katrina ha distrutto mezza New Orleans, si è fatto un gran parlare dell'aumento degli uragani negli ultimi anni, anche se in realtà questo fenomeno sembra circoscritto al solo oceano Atlantico. A tal proposito, mi sembra utile sottolineare due pubblicazioni dell'Università del Wisconsin sull'argomento, giusto per cercare di dare un'idea del livello attuale del dibattito in corso nella comunità scientifica, il quale è ben lontano dalle granitiche certezze che gli ambientalisti e la maggior parte dei mezzi di informazione (e recentemente anche Hollywood) sembrano volerci imporre.
La prima supporta l'ipotesi del collegamento tra riscaldamento globale e aumento dell'intensità degli uragani. Tuttavia, come si ammette nello studio, questa relazione pare verificarsi solo nell'Atlantico, e non negli altri oceani. Dunque si renderà necessario spiegare con nuovi studi il motivo per cui si abbia questa diversa reazione in diversi oceani. Mi sembra ovvio che se la relazione fosse diretta non si dovrebbe osservare una disparità di questo tipo: se il riscaldamento è globale, che senso ha che abbia influenze solo localmente?
Per rispondere o per lo meno dare un'idea di altri possibili fattori coinvolti, può venire in aiuto la seconda pubblicazione di cui parlo, in cui si evidenzia una correlazione tra uragani atlantici e la presenza in atmosfera di polveri provenienti dal Sahara (ritratte nella foto da satellite qui riportata): una maggiore presenza di queste ultime inibirebbe la formazione di cicloni, e vice versa. La cosa, per gli scienziati, ha senso perché la presenza di polveri secche in strati d'atmosfera affievolirebbe il processo di formazione degli uragani, che necessita di calore e umidità.

Naturalmente il dibattito è aperto, e c'è ancora molto da fare prima di capire bene quali siano tutti i fattori in gioco. Chiudo quindi con una raccomandazione: diffidate di chi cerca di vendere certezze, specialmente in un campo difficile e in fase di sviluppo come lo studio dei fenomeni climatici. Chi lo fa è poco competente e onesto, se non in malafede.

1 commento:

Luthien ha detto...

Comunque è il caso che gli ambientalisti si dedichino a fatti più seri :) assieme ai fisici, come ci spiega nel suo best seller "Ballando nudi nel campo della mente" il chimico K. Mullis(volto noto di questo blog), secondo il quale la Terra è seriamente minacciata dall' asteroide Toutatis (il dio celtico di Asterix!!)che solo per un "soffio astronomico" non ci ha dato un bacetto nel 2004!!.........Ma tornerà e se succede il fattaccio voglio proprio vederli (gli ambientalisti) tutti lì ad analizzare il problema in mezzo alle polveri cosmiche per un secolo.....speriamo non siano allergici!!:))