12 luglio 2006

...e ora ridateci la Gioconda

Diciamolo: la finale non è stata una bella partita. Abbiamo sofferto molto più di quanto non si sarebbe potuto immaginare, speravo che la Nazionale avrebbe fatto ciò che aveva fatto con la Germania, ma non è stato così. Gli azzurri sono stati bravissimi a reagire allo chock del rigore dato nei primi minuti, e nel primo tempo siamo stati molto pericolosi, ma nel secondo tempo, quando ci si attendeva che venisse fuori la nostra presunta maggiore freschezza atletica, ci hanno messo molto in difficoltà. Henry ha fatto in area nostra ciò che ha voluto, e a mio parere Cannavaro non ha disputato la sua migliore partita, si vedeva che era molto stanco già da metà del secondo tempo. Questo tuttavia non toglie nulla a una vittoria comunque meritata, che ha premiato un gruppo unico nella sua omogeneità e capace di sopperire alle mancanze dei singoli in maniera straordinaria con una voglia e una determinazione che hanno permesso di superare tutti gli ostacoli che si sono frapposti lungo il cammino.

Vorrei però sottolineare un altro aspetto. Chi, come me, nell'82 era piccolo o non ancora nato, è cresciuto in una specie di complesso per non aver assistito all'urlo di Tardelli, o alla mitica semifinale di Messico '70 contro la Germania, ed è vissuto nell'attesa di qualcosa che sembrava non arrivare mai. Ebbene, questi Mondiali hanno restituito la Nazionale alla mia generazione. Meglio, la mia generazione se ne è riappropriata, ora abbiamo anche noi la nostra semifinale Italia-Germania, abbiamo anche noi il nostro urlo liberatorio (quello di Grosso), abbiamo anche noi il nostro "Campioni del mondo". Ora la nazionale campione del mondo appartiene anche a noi, con i suoi Cannavaro, Buffon, Zambrotta, Pirlo, Gattuso, e uno Spirito di Gruppo unico. E questo senza dubbio riavvicina molti al calcio, specie dopo la bufera di questi mesi, che però, sottolineo, appartiene più alla sfera dirigenziale che a quella del gioco in sè.


Un solo appunto, della festa al Circo Massimo non mi è piaciuta molto una cosa, cioè quando Toni, che pure è un giocatore molto corretto, ha fatto cantare tutti in coro "E chi non salta è un francese" sulle note di "Bella ciao". Non mi è sembrato molto rispettoso nei confronti degli sconfitti...ok, erano i francesi, però...

Comunque, in quel momento...ho saltato anch'io...pochino...

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