Da ItaBlogs4Darfur:
Tanto valgono i 300.000 morti del Darfur: nei telegiornali italiani, nel 2006, è stata dedicata poco più di un'ora al conflitto in Darfur, regione del Sudan dove si consumano efferati crimini contro l'umanità e dove lo stupro è usato come terribile arma da guerra.
Non abbiamo notizie neanche dallo Zimbabwe, dal Congo, dal Delta del Niger, dalla Somalia, solo per citare altre aree dell'Africa in cui i diritti umani valgono meno di un fucile.
Ammettiamolo, si sa da sempre che in Africa si muore e si soffre; quale sarebbe la notizia, quale l'interesse per il pubblico?
Noi non ci rassegniamo al mercato dell'audience: se c'è un compito al quale la televisione non può sottrarsi, soprattutto il servizio pubblico televisivo, dall'indubbia penetrazione di massa, è l'educazione dei singoli ai valori fondanti della società e della democrazia.
Il servizio pubblico televisivo sembrava aver fatto un primo importante passo in avanti con l'apertura di una
sede RAI a Nairobi, Kenya, il 18 maggio 2007, con grande soddisfazione delle agenzie missionarie e delle associazioni della Tavola della Pace.
Ma l'operazione, a un semestre di distanza, assume sempre più il gusto amaro del "lavaggio di coscienza" da parte della sede di viale Mazzini, nonostante l'impegno del giornalista Enzo Nucci, a cui è stata affidata la direzione della sede africana.
Dall'apertura della sede, sono stati trasmessi solo un'ora di servizi dall'Africa. Il bel reportage di Nucci sui Monti Nuba, Sudan,
La scuola della speranza, della durata di 18 minuti, è stato trasmesso a Raitre, nella rubrica Primo Piano, alle ore 23.20.
"Nel gennaio scorso, proprio a Nairobi, - si legge in
Panorama, [segnalazione di Antonio] - si è svolto il primo Forum sociale mondiale in Africa. Nonostante le tematiche caldissime affrontate dagli oltre 10mila partecipanti della grande kermesse no global (si va dalla lotta all’Aids alla sfida commerciale decisiva rappresentata dai nuovi accordi partenariato economico tra l’Unione Europea e i paesi africani), la Rai ha mandato in onda appena due minuti di servizio sul Tg3 per un evento durato un’intera settimana".
Continua il nostro impegno per una migliore qualità dell'informazione televisiva italiana: chiediamo più informazione sul Darfur e sulle crisi umanitarie dimenticate.
Firmate il nostro appello.
In aggiunta, ecco un video realizzato da Antonella Napoli, membro di ItaBlogs4Darfur.